Il 23 Febbraio 2019 dalle 9 alle 13 presso CESV – Via Liberiana, 17 ROMA la WILPF promuove, nell’ambito della Campagna “Pace femminista in Azione” un incontro dal titolo “La dimensione del disarmo” in collaborazione con il Gruppo Giovani Pace e Sicurezza.

PROGRAMMA
h. 900
Accoglienza e presentazione attività
h. 9.15 -11.30
Interventi e relazioni
Luisa del Turco Direttrice Centro Studi Difesa Civile
La dimensione di genere nei processi di Pace

Renato Cursi portavoce del Gruppo Giovani del CSDC
Giovani pace e sicurezza la dimensione del disarmo

Angelo Baracca Prof. di Fisica Università Firenze
Nesso nucleare – ambiente

Manlio Giacanelli Presidente Onorario IPPNW
L’impatto della contaminazione ambientale sulla salute

Maddalena Caspani Mosca, Psicanalista (Videointervista)
La paura del nucleare

Giovanna Pagani Presidente Onoraria WILPF Italia
L’educazione quale vettore dell’Ecologia Profonda

h. 11.30
Pausa caffe
h. 11.45 – 12.45
Discussione aperta:
Quali prospettive per l’advocacy e la sensibilizzazione in Italia su questi temi?
12.45 – 13:00
Conclusioni

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Un momento della marcia Perugia Assisi

Di tutto ha bisogno la comunità internazionale fuorché di un ritorno a una corsa agli armamenti nucleari.

L’ abbiamo già vissuta durante la guerra fredda al culmine della quale si calcola che si trovassero negli arsenali (principalmente di Stati Uniti e Unione Sovietica) ben 60.000 ordigni atomici. Arsenali da capogiro capaci di distruggere più volte il nostro pianeta! Oggi si calcola che siano intorno a 15.000. Ma oggi ci troviamo nuovamente di fronte al rischio di una corsa al nucleare. Gli strumenti normativi in vigore non la proibiscono. La gran parte delle riduzioni di cui si è accennato sono avvenute unilateralmente e al di fuori di accordi internazionali: esse sono pertanto reversibili. La normativa attuale rimane imperniata sul Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP) del 1970 che è riuscito ad arginare con successo il numero dei paesi che possiedono l’arma nucleare ma non ha potuto mettere in applicazione il suo Articolo VI che prevede il disarmo nucleare. 

Il problema è che esso non è ancora entrato in vigore e che alcuni paesi non vi hanno aderito, e non hanno l’intenzione di farlo.

A possedere armi atomiche sono  gli  Stati Uniti d’America, la Russia (succeduta all’Unione Sovietica), il Regno Unito, la Francia e Cina, ovvero i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Oltre a queste, altre quattro nazioni, non aderenti al TNP, hanno sviluppato e sono in possesso di armamenti nucleari: India, Pakistan, Corea del Nord (aderente al TNP nel 1985 ma ritiratasi da esso nel 2001) ed Israele (sebbene il governo israeliano non abbia mai confermato ufficialmente di possedere un arsenale nucleare).  

Il problema più serio oggi rimane il fatto che, invece di fare dei passi in avanti nel campo del disarmo nucleare, si stanno facendo passi indietro. Il ritiro di Washington dal Trattato INF è stato  motivato dal fatto che la Russia  da tempo ha violato il trattato. La Germania sostiene che senza il trattato ci sarà meno sicurezza. “Il trattato INF è stato violato dalla Russia e gli appelli lanciati negli ultimi 60 giorni per più trasparenza e più informazione non hanno dato risultati”, ha detto Maas, che nelle ultime settimane ha fatto la spola tra Mosca e Washington, per tentare di salvare l’intesa: “E’ importante riportare il tema del disarmo e del controllo internazionale delle armi nell’agenda globale – ha spiegato ancora – includendo nel dibattito anche altri Paesi come la Cina.   A marzo verrà organizzata una conferenza sul disarmo a Berlino. Si parlerà dei nuovi tipi di armamenti