Una insegnante Kurda al lavoro
Una insegnante Kurda al lavoro

Dall’agenzia  Nena News*

La Rete dei sostenitori del popolo kurdo ha lanciato un appello per una manifestazione nazionale a Roma. Bisogna fermare subito l’invasione dell’esercito turco, scatenato da Erdogan non contro l’Isis ma contro i kurdi e la Confederazione democratica del Rojava, e denunciare il silenzio complice degli Stati Uniti e di un’Europa preoccupata solo di mercanteggiare sui profughi. La Rete ricorda inoltre che dall’aprile scorso non si hanno più notizie sulla salute di Abdullah Öcalan, segregato in isolamento e nascosto ai familiari in spregio a ogni convenzione per la tutela dei diritti umani

Da oltre un anno nelle zone curde della Turchia è in corso una sporca guerra contro la popolazione civile. Dopo il successo elettorale del Partito Democratico dei Popoli (HDP), che ha bloccato il progetto presidenzialista di Erdogan, il governo turco intraprende un nuovo percorso di guerra ponendo termine al processo di pace per una soluzione duratura della irrisolta questione curda. Intere città – Diyarbakir, Cizre, Nusaybin, Sirnak, Yuksekova, Silvan, Silopi, Hakkari, Lice – vengono sottoposte a pesanti coprifuochi e allo stato di emergenza, con migliaia tra morti, feriti, arrestati e deportati.

Dopo il fallito “tentativo di golpe” del 15 luglio, attribuito ai seguaci di Gülen, Erdogan dà il via al terrore che sta eliminando qualsiasi parvenza di democrazia, con il repulisti di accademici, insegnanti, giornalisti, magistrati, militari, medici, amministratori, impiegati statali, invisi al regime: 90.000 tra licenziamenti e rimozioni, 30.000 arresti; chiusura di giornali, stazioni radio-televisive, centri di cultura e sedi di partito.

Inoltre vi è la forte preoccupazione per le condizioni di sicurezza e di salute del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, di cui non si hanno più notizie certe: dal 5 aprile 2015 Öcalan è segregato in isolamento, gli vengono negati il diritto a comunicare e a incontrare i familiari e gli avvocati in spregio e alle convenzioni e ai diritti internazionali. Abdullah Öcalan, legittimo rappresentante del popolo curdo, è indispensabile alla risoluzione della questione curda nell’ambito della democratizzazione della Turchia e del Medio Oriente, così come tracciato nel disegno del Confederalismo Democratico.

Il 24 agosto 2016 l’esercito turco ha invaso la città di Jarablus con il pretesto di combattere il terrorismo e lo Stato Islamico (IS), che ha consegnato la città all’esercito turco e alle organizzazioni jihadiste a loro fianco, come Jabhat Fatah al-Sham e a gruppi come Ahrar El-Sham, senza colpo ferire. Gli attacchi dell’esercito turco non sono diretti contro ISIS ma contro le Forze Democratiche Siriane (SDF), esclusivamente ai danni dell’insorgenza liberatrice curda nei territori del Rojava.

È un dato di fatto che gli Stati Uniti e l’Europa non solo hanno chiuso un occhio su questi attacchi, ma stanno fornendo il sostegno allo Stato turco che con la complicità dell’UE continua a usare i profughi come arma di ricatto. L’invasione turca del nord della Siria aumenta il caos esistente nella regione inferocendo la guerra civile, creando nuovi rifugiati e nuovi disastri umanitari.

Combattenti kurde in prima linea nella guerra in Rojava contro l’Isis. Foto tratta da noticiasrcn.com

TUTTO QUESTO DEVE FINIRE! RIFIUTANDO IL VERGOGNOSO ACCORDO UE-TURCHIA, CHE LEDE I DIRITTI UMANI DEI PROFUGHI E FINANZIA LA GUERRA SPORCA CONTRO IL POPOLO CURDO.

Il popolo curdo insieme agli altri gruppi etnici, religiosi e culturali ha costituito una Confederazione Democratica nel nord della Siria, il Rojava, dove coesistono pacificamente e nel rispetto reciproco popoli e fedi religiose diverse tra loro: assiri, siriani, armeni, arabi, turcomanni. Questa Confederazione rappresenta una prospettiva ed un valido esempio per una Siria democratica; per questo è necessario sostenere questa esperienza di rivoluzione sociale di cui sono state protagoniste in primo luogo le donne.

Ora questa decisiva esperienza democratica per le sorti di un altro Medio Oriente rischia di essere cancellata dall’invasione turca. E’ dunque urgente la mobilitazione internazionale a fianco del Rojava e della resistenza del popolo curdo.

Rispondendo all’appello internazionale sottoscritto da intellettuali, scrittori, artisti, politici e difensori dei diritti umani, invitiamo tutti e tutte coloro che in questi anni hanno sostenuto la lotta di liberazione del popolo curdo e la rivoluzione democratica, A SCENDERE IN PIAZZA IL 24 SETTEMBRE A ROMA

* Per fermare l’invasione turca del Rojava; contro la sporca guerra della Turchia al popolo curdo e sulla pelle dei profughi e rifugiati

* Contro la repressione della società civile, del movimento curdo e di tutte le forze democratiche in Turchia

* Contro la barbarie dell’Isis per l’universalismo dei valori umani; 

* Per il Confederalismo Democratico

* Per bloccare il supporto delle potenze internazionali e locali, in particolare USA e UE alla Turchia e mettere fine al vergognoso accordo sui profughi

* Per la fine dell’isolamento e per la liberazione del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan

 

*La Near East News Agency (Nena News), Agenzia Stampa Vicino Oriente, nasce nel 2010 dal progetto di un collettivo di giornalisti e ricercatori, che vivono e lavorano nel Vicino Oriente e in Italia, con l’obiettivo di diffondere un’informazione indipendente su un’area del mondo che è terreno di conflitti che condizionano l’intero pianeta. Il Vicino Oriente è da sempre oggetto di particolare attenzione da parte dei maggiori mezzi d’informazione; un’attenzione spesso appiattita su rappresentazioni schematiche della realtà dei singoli paesi della regione che, al contrario, è complessa e articolata. Gran parte delle notizie diffuse offre punti di vista parziali che trascurano l’analisi dei contesti politici, sociali ed economici entro i quali maturano ed esplodono conflitti e contraddizioni.