Dal 5 aprile, dodici opere inedite di Anna Romanello sono esposte nella galleria Borghini Arte Contemporanea di Roma per Luci nella città, una doppia personale che mette in mostra anche le opere di Domenico Pellegrino.

Anna Romanello è un’artista che costruisce per strati; le sue incisioni sovrappongono materie, linguaggi, segni e memorie dei tanti luoghi in cui ha vissuto e dove sono esposte le sue opere: Milano, Parigi, Londra, Roma e Vienna, per citarne alcuni.

Le opere di Luci nella città mettono in scena trasparenze scheggiate e velature di colore, narrazioni incise dialoganti con i versi di Dante, Pasolini, Ungaretti, Ivan Vazov e i mondi frammentati delle teche, costruite dieci anni fa lungo gli argini del Tevere per Mediterranea – festival della letteratura e delle arti.

Nelle Teche Luminose di Anna Romanello, sullo sfondo di architetture e sagome divine di Roma, il segno incide mondi di emozioni e spazi immaginali, solca parole ferite e forme materiche che l’invadenza di mani rabbiose hanno graffiato di vita.

ponte di San Pietro

“…ruggini con viola/ di prugna velato, e ovali verdi, con in fondo/ l’ombra della foresta romanza…” (Pasolini, Poesia in forma di rosa).

“Queste opere – dice Anna Romanello- sono frutto di stratificazioni: le foto dei luoghi stampate su acetato, le trasparenze del plexiglass, le incisioni a colore con le infinite sfumature. Infine, i collages ad acquaforte. Li ho chiamati strappi perché sono brandelli incisi come le poesie nelle teche del Lungotevere”.

Nell’opera Ponte San Pietro, uno strappo cupo, ammantato di blu, naviga nell’aria con impudente bellezza. Intorno, tutto si elettrizza in turbini di segni. Arcate di colore sfidano le rotondità del ponte. Sullo sfondo, gli alberi e gli angeli sono presenze esili. In basso, una ragnatela di luce sembra un meteorite scagliato dal cielo.

riflessi

La luce inonda immaginari argini terrosi, nella Teca Luminosa Riflessi. Il segno si arrotonda come ansa di un fiume intorno ai versi di Ivan Vazov. “I tuoi torbidi flutti tra le mura avvelenate/dalle erbacce e dai ricordi immortali…”. Guizzi di gialli, bianchi, riflessi vetrosi. Uno strappo procede spedito sulla materia, un rivolo celeste lo protegge da profondità tormentate.

tramonto su San Rocco

“Questo fondo terroso -dice Anna Romanello- mi ricorda la pittura di Anselm Kiefer; il suo senso del colore che è tutt’uno con le materie che lo incarnano. Colore terra, mattone, cemento, piombo. Il colore s’impasta nella materia…costruisce tracciati di fuga, prospettive, orizzonti, muri, spazi.”

In Frantumi, il segno inchiostrato di colore tormenta la materia e insegue, furibondo, fratture e incavature. Indietreggiano le arcate del ponte e i versi graffiati dalla punta elettrica. Uno strappo volteggia alla deriva. “…con fantasia ritorta/e mani spudorate/dalle fattezze umane l’uomo lacera/l’immagine divina/e pietà in grido si contrae di pietra…” (Giuseppe Ungaretti, Mio fiume anche tu).

Le opere di Anna Romanello sono in mostra da lunedi a sabato fino al 28 aprile 2018. Per il Finissage è prevista la performance di Lea Walter dal titolo Romamor -Topographie sentimentale. BorghiniArteContemporanea | Via Belsiana, 92 – 00187, Roma