immagine, lenzuolo di canapa rattoppato, dipinto da Pina Nuzzo, dettaglio

Essendo alquanto differenti le esperienze che uomini e donne fanno nel mondo, diverso è il percorso evolutivo seguito lungo la loro storia; la centralità della  posizione della donna e la responsabilità di protrarre la vita e di sostenerla, le hanno permesso di sviluppare una mente contenitiva, incline a connettere e costruire, mentre la sua collocazione ha consentito all’uomo una visione parziale del mondo e di sé. Il peccato originale della cultura maschile è aver scorporato la mente; “sfrattata” dal corpo, la mente è divenuta un oggetto misterioso di cui non si sa né cosa sia né da dove provenga. L’inestricabilità di corpo e mente è la tesi centrale di questo saggio.

Angela Giuffrida,  è docente di storia e filosofia presso un liceo del Veneto. Nel suo saggio,  Il corpo pensa. Umanità o femminità, (ed. Prospetiva, Roma 2002), che verrà presentato a Roma in via Cesare Balbo 4, il 12 maggio alle ore 15  vuole  dimostrare almeno quattro cose:

1) la barbarie, di cui è stata vittima la donna nella storia e di cui lo è ancora in molte parti del mondo da parte dell’uomo;

2) l’unione organico-funzionale (biologica) di corpo e pensiero (donde l’aforisma “il corpo pensa”, che dà il titolo all’opera);

3) la superiorità o centralità del femminile (donde “femminità” contro umanità),

4) il valore politico dei tre assunti, donde una possibile-necessaria società senza sfruttamento e senza guerra”. Con  questo suo nuovo saggio, l’autrice prosegue a sviluppare la sua “teoria del corpo pensante” che pone le basi di una nuova filosofia “rispettosa dei viventi e di quanto è sulla terra, appannaggio del genere femminile”.