La Conferenza Stampa di oggi, 10 novembre, nella Casa internazionale delle donne alla Lungara, è stata indetta dal Direttivo dell’APS “Consorzio Casa internazionale delle donne” che a nome di tutte coloro che agiscono nella stessa, l’hanno per riferimento, ne condividono o intersecano i percorsi, ne sostengono le finalità e le etiche e i valori, rifiutano – a livello comunale, nazionale, internazionale, ogni ipotesi di sfratto – ha rivendicato la gestione autofinanziata, l’impegno in un luogo che è un unicum ed è un punto di riferimento di donne italiane, straniere e in transito e del femminismo internazionale.

Francesca Koch

 

L’invito di Francesca Koch, presidente dell’APS, è alla Sindaca Virginia Raggi: visiti la Casa “da tutt* apprezzata e riconosciuta per la sua capacità di autogestione e per aver mantenuto in ottima stato un bene pubblico frequentato annualmente da oltre 30.000 persone, di essere luogo di offerta di servizi sociali e culturali, di svolgere azioni di accrescimento delle capacità delle donne”. Incontri le donne che vi operano e/o con impegno volontario e gratuito e/o con contratti di lavoro regolari. Conosca ciò che centinaia di sue concittadine hanno creato in un luogo per decenni  “salvato, conservato, restaurato (con spese ordinarie e anche alcune straordinarie di competenza comunale), reso vivo e frequntato, sottratto al degrado cui sono andati incontro tanti beni pubblici della nostra città.” (Comunicato stampa dell’APS)

 

Un luogo autofinanziato dove allo stupore per l’interruzione della trattativa in corso per trovare una soluzione finanziaria, a fronte di un debito già pagato al 40%, è subentrato quello di lasciare dirimere a pratiche burocratiche ciò che nessuna Giunta ha mai regalato, “non essendoci Giunte amiche delle donne” (Francesca Koch), ma che le donne, passandosi il medesimo impegno e volontà di mano in mano, si sono conquistate in questa città. E, com’è stato ricordato, hanno parlato e insegnato legalità, democrazia, antiviolenza, antimafia, pace, trasversalità, ospitalità; è uno sguardo sul mondo che recepisce la realtà e la interpreta e/o ne cerca correttivi e superamenti.

Uno sguardo per il quale Francesca Koch ha chiesto, in apertura, “di condividere la sensazione di gravissimo sgomento per i fatti del Mediterraneo, una strage che definirei premeditata; un’immane tragedia di cui noi come Europa siamo responsabili.”

Il calendario della Casa (www.casainternazionaledelledonne.org) permette di farsi un’idea di ciò che offre, di cosa contiene.

“É una Casa bella e che costa molto a tutte noi perché oltre insieme agli eventi, ai corsi, alle idee e a tant’altro ci sono le bollette da pagare, il riscaldamento, la nettezza urbana…” (Giulia Rodano).

L’elenco dei costi effettivi, del valore dei servizi resi, del numero di associazioni che si occupano di ogni settore, del tipo di risposta offerta alla cittadinanza, lo ha fatto Marina Del Vecchio (Vice presidente dell’APS).

“Il debito che ci viene attribuito dall’Amministrazione non tiene conto dei servizi che vengono offerti (…) Con questa Giunta la Casa aveva avviato un confronto per risolvere il problema del debito e la definizione di un affitto sostenibile, non di 750.000 euro (settecentocinquantamila) al netto annui, per una parte, non tutto, del complesso dell’ex Buon Pastore.”

A chi può giovare la chiusura della Casa? Chi è che non sa che associazioni senza fini di lucro non possono reperire in pochissimo tempo l’enorme cifra richiesta, senza la quale, scrive il Dipartimento Patrimonio- Sviluppo-Valorizzazione, per voce del suo Ufficio Gestione Patrimonio in Concessione “si procederà all’attivazione, senza ulteriore comunicazione, sia della procedura coattiva; in sede civile, per il recupero del credito, sia della procedura di requisizione del bene in regime di autotutela”?

Non a Roma, non alla cittadinanza femminile, largamente intesa e che ha nella Sindaca la massima carica cittadina, con la massima responsabilità.

Si può pensare alla chiusura, oltre che di una serie di servizi legali, psicologici, e altri; di associazioni vecchie (alcune del primo Novecento come la Wilpf) e nuove o nuovissime; di case editrici (tra le quali la nostra, che vi ha la sede legale); di Archivia-archivi, biblioteche e centri di documentazione delle donne; di una Foresteria e di un ristorante/bar; di spazi espositivi e di sale di convegno; di un cortile aperto a chiunque vi voglia sostare e che ospita la programmazione estiva offerta al prezzo politico di 3,00 (tre) euro?

Al termine della Conferenza Stampa, Francesca Koch ha ringraziato per le tante dimostrazioni di vicinanza e solidarietà giunte da singole, associazioni ed enti, dall’Italia, dalla UE e fuori di essa.

Tra i particolari ringraziamenti, quello a Laura Boldrini, Presidente della Camera; alla Sotto Segretaria Maria Elena Boschi; a parlamentari di diversi partiti; alla Commissione delle Elette al Comune di Roma; all’intero Municipio I; all’Unione Donne in Italia (Udi) che la sede nazionale e l’Archivio storico nazionale in una parte del complesso dell’ex Buon Pastore; a Monica Cirinnà (già nella Commissione delle Elette all’epoca di Veltroni e compartecipe dell’iter costitutivo della Casa): “Il Comune non può trattare la Casa internazionale delle Donne con lo stesso stile usato per l’inquilino abusivo, il negozio o l’azienda morosa. Questo è un luogo che profuma di libertà, il luogo delle donne, della cultura, dell’elaborazione.”

Nella cartella stampa, oltre alla documentazione relativa al Comune e depositata in Segreteria, una carrellata sulle attività recenti della Casa:

Partecipazione o promozione di reti: reti di Casa delle donne in Italia e nel mondo; reti di contrasto alle discriminazioni e alla povertà; reti in contrasto alle tratta e a ogni forma di violenza (es. Differenza Donna e Bee Free); reti antirazziste, antisessiste; reti di migranti.

Elisa Ercoli, presidente Differenza Donna, “noi gestiamo i centri antiviolenza, la Casa fa cultura che anche riduce i costi della società; la violenza di genere contro le donne, il sessismo hanno costi altissimi. Noi operiamo per aumentare  il benessere delle donne; facciamo ridurre tantissimo il costo sociale perché ci assumiamo anche questa responsabilità. Qui facciamo i colloqui per le donne inviate dalla Prefettura sospette di tratta; la cultura che si fa qua dentro contrasta la criminalità.”

Campagne: Global women’s march; Advocay con Organismi internazionali inculsi Onu, Ue, Consiglio d’Europa. Attività culturali, formazione, presentazione di un centinaio di libri; Organizzazione di una trentina di incontri, seminari, convegni su temi diversi, ultimo dei quali il convegno internazionale: “Libertà delle donne nel XXI secolo: Pensieri e pratiche oltre i fondamentalismi”. Esposizioni di giovani artiste. Organizzazione di un’estate di spettacoli, musica, cinema e teatro (si è vinto il bando dell’Estate Romana). Mostra-Convegno itinerante “1946: il voto delle donne” (giugno). Iniziative per i 70 anni del voto delle donne (Progetto 1946: il voto delle donne) e previsti per l’anniversario della prima Legislatura (1948). Premi letterari. Workshop di fotografia con Letizia Battaglia. Corso di educazione finanziaria in collaborazione con la Banca d’Italia, Global Thinking Foundation, Assioim Forex.

Verrebbe da concludere, chi è che non vuole pagare l’affitto al Comune, il che è stata addirittura una rivendicazione politica di leicità durante l’occupazione del complesso dell’ex Buon Pastore in difesa dei diritti lesi della cittadinanza femminile (1987-2000)? Vicenda sfociata nella realizzazione della Casa Internazionale delle Donne su Progetto omonimo di una Commissione comunale; tutto l’iter amministrativo è trasparente e controllabile negli atti sia del Comune che della Casa. Si vuole pagare una somma equa, di buon senso, binomio rivendicabile dalle donne e dalle Amministrazioni.

L’APS, infine, ha chiesto alla Sindaca e agli Assessorati di competenza (P. O. e Patrimonio), con urgenza, l’interlocuzione e la sospensione del termine perentorio di pagamento.
Non per isolarsi ma per riconoscersi nelle differenze, dar valore e parola politica e fare storia, al passato e nel presente, il che significa identità, dignità, partecipazione, inclusione sociale, presa di parola.