Luce e colore nel segno di Delia Pizzuti alla sua terza esposizione romana. Artista frusinate definita «interessante e che promette sviluppi importanti (…) una figlia del tempo di Google maps e di Inside out che coniuga studi di geografia e di organizzazione territoriale con la passione per la pittura e le arti visive» da Pietro Folena, presidente dell’associazione patrocinante, MetaMorfosi.

Sei opere di grandi dimensioni in tecnica mista, pastello ad olio e acrilico, dall’artista intese «figurazioni di paesaggi interiori, disvelati sulla tela da una geografia di segni, quali tracce fisiche di un’azione rispondente alla volontà di affermazione della propria esperienza. (…) Nei miei dipinti, luce e colore evidenziano le interazione tra i segni, permettendo di percepire la presenza delle forme costitutive dell’opera stessa. Inoltre, così come i caratteri di un paesaggio sono il frutto della costante relazione dell’essere umano con l’ambiente e con il contesto sociale, queste opere raccontano il rapporto tra interno ed esterno, lo stesso su cui si fonda la propria identità.»

La mostra è curata dal critico d’arte Francesco Gallo Mazzeo che nel lavoro di Pizzuti rintraccia «l’eco della grande stagione italiana dei Dorazio, dei Pace e dei Verna (…) una lezione recepita come una grande manifestazione di classicità, sui generis, che diventa il materiale grezzo di un’invenzione del futuro». (Oggiroma, 3 -9 -2017).

Info: Roma, Via della Navicella, 5-19 settembre; dispari 9.00-13.00, pari 9.00-17.00.