giuliaGiULiA è finalmente arrivata al traguardo del  progetto “Guida delle esperte – 100 donne contro gli stereotipi.

Dall’iniziale progetto cartaceo siamo passate–  ci informano le organizzatrici–  alla realizzazione di una banca dati delle eccellenze femminili che sarà pubblicata in una sezione dedicata all’interno del portale Wikipedia. I primi 100 nomi saranno scelti nell’area STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) dove risulta in particolare che per approfondire un argomento le fonti sono femminili solo nel 21% dei casi. In seguito il sito si allargherà ad altre discipline di interesse giornalistico: chiunque ritenga di possedere i requisiti potrà inviare la propria candidatura e sarà anche possibile segnalare una esperta che si ritiene candidabile. Vi invitiamo dunque tutte a partecipare al lancio della campagna di sensibilizzazione sul tema della parità di genere nei media che si svolgerà la mattina di giovedì 23 giugno 2016 a Roma presso la Biblioteca della Link Campus University, via del Casale di San Pio V, 44.

La campagna, finanziata dalla Commissione Europea e sostenuta dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti, terminerà con la presentazione del nuovo sito, durante il Festival della Scienza di Genova (dal 27 ottobre al 6 novembre 2016).Cento nomi di donne contro gli stereotipi Ecco la nuova scommessa di GiULiA

Da cosa sono partite le giornaliste che fanno parte di GiULiA?

Dalla noia di constatare che sui mezzi di informazione  si proponevano e si propongono sempre  gli stessi intervistati, le stesse facce. Uomini che commentano, discettano, pontificano. Un’impressione confermata dai dati: secondo una recente ricerca dell’Osservatorio di Pavia le donne interpellate come esperte nei principali Tg italiani, rispetto ai colleghi maschi, sono poco più del  20%. E tutte le altre? Sono donne rigorosamente anonime. Ma qual è il motivo? Conformismo, pigrizia mentale, maschilismo camuffato dietro l’alibi: non ci sono donne abbastanza competenti…

E’ così che per smascherare questa falsità, nasce questo  progetto di GiULiA.

Sarà una guida con un elenco di professioniste autorevoli da consultare, una risorsa chiave per i giornalisti, le agenzie di stampa ma anche le scuole, le imprese, le comunità locali e i sindacati.

L’idea è nata  quando Elena Cattaneo è stata nominata (la più giovane) senatrice a vita. Quel giorno molte giornaliste si sono chieste chi fosse questa scienziata che oggi scrive sui quotidiani un giorno sì e uno no… La verità è che il suo nome circolava solo tra gli addetti ai lavori ma i mass media a larga diffusione non si sognavano nemmeno di interpellarla. Come lei chissà quante altre donne competenti, capaci di svolgere il loro lavoro ad altissimo livello sono sistematicamente ignorate. Per questo  GiULiA, dopo i concorsi fotografici a tema (da «Chiamala violenza, non amore» a «Donne elettriche»), gli spettacoli sul femminicidio («Desdemona e le altre») i corsi per giornalisti («Errori di genere»), ha lanciato «Cherchez la femme…». Che in un certo senso prosegue il lavoro iniziato con «Donne, grammatica, media» ovvero «suggerimenti per l’uso dell’italiano». Una donna si deve chiamare con nomi di donna (ministra e sindaca, chirurga e prefetta, e non soltanto, guarda caso, operaia, infermiera, maestra, commessa…) e ora le donne devono venire intervistate tanto quanto gli uomini quando si ascolta «il parere dell’esperto».

Niente mappe del potere femminile, niente politiche né donne di spettacolo che hanno già il loro palcoscenico. Verranno selezionati i curricula di esperte nelle materie più varie: dall’ambiente alla giustizia, dall’economia all’arte, dalla politica alle nuove tecnologie, dallo sport alla scienza; per ogni settore, si individueranno le donne più qualificate con competenze specifiche su argomenti settoriali, come microcredito per la voce «economia»; riciclo dei rifiuti per la voce «ambiente»; riforma dell’insegnamento e bullismo per la voce «educazione».

Qualche esempio? Nel campo della «scienza»: Luisa Torsi, docente di chimica analitica all’Università di Bari e prima donna al mondo ad aver ricevuto il premio Merck 2010; Ilaria Capua, virologa e ricercatrice, eletta mente rivoluzionaria da Seed, fra i 50 scienziati top di Scientific America. E ancora, Sandra Savaglio, per anni simbolo dei cervelli in fuga italiani, specializzata nell’astrofisica delle galassie distanti; l’igienista Maria Triassi, grande esperta di medicina preventiva; l’ingegnera informatica Barbara Caputo, definita «la donna che parla con i robot».

Verranno scelte persone che comprendono e condividono gli obiettivi del progetto e che nelle loro ricerche e nelle loro attività sono sensibili a un punto di vista femminile sul mondo. L’Accademia sarà per noi la fonte principale di «esperte», lasciando comunque aperta la possibilità di includere donne di grande competenza provenienti dalla società civile. E i criteri di valutazione delle carriere (per esempio il numero di pubblicazioni scientifiche) saranno applicati non in maniera gender-blind ma, come suggerito dalla Commissione Europea, tenendo conto delle differenze di genere, ovvero riconoscendo il tempo dedicato alla maternità.

Ci si può ispirare ad un precedente di successo: in Francia nel 2012 alcune giornaliste hanno realizzato per la prima volta una guida (Guide des expertes: http://epoke.fr/guide-des-expertes/) che raccoglie i curricula di un centinaio di donne esperte (aumentati a più di 300, nella seconda edizione, e a 400 nella terza del 2014). La guida è stata distribuita a operatori dei media (così come a enti, istituzioni, amministrazioni, aziende, fondazioni) e, nel 2015,  si è trasformata in un sito.