Dall’archivio storico di Paola Agosti –

Roma da troppo tempo ormai vive nel pericolo di perdere luoghi essenziali di autonomia, solidarietà e cultura nella città. In particolare è in atto un chiaro e feroce attacco ai luoghi del femminismo, frutto di battaglie storiche e più recenti. Questi luoghi – la Casa Internazionale delle Donne, la Casa delle donne Lucha y Siesta, Il Centrodonna L.I.S.A., il Centro donne DALIA, lo spazio delle Cagne Sciolte…- hanno consentito a moltissime donne di uscire dalla spirale della violenza e reso possibile la costruzione di percorsi di autonomia e liberazione. Oggi questi spazi, ed altri ancora, sono minacciati da procedimenti di chiusura o di richiesta di risorse economiche esose, conseguenza di un sistema economico e politico che tenta di monetizzare e mettere a profitto ogni aspetto dell’esistente.

1975 Casa Delle Donne a via del Governo Vecchio – A Roma – i luoghi delle donne sono sempre stati conquistati con determinazione. Il 23 gennaio 2018 manifestazione in Campidoglio per garantire la continuità a tutti i luoghi politici delle donne

E oggi, dopo la Casa Internazionale delle Donne, anche la casa delle donne Lucha y Siesta rischia la chiusura.

Le donne di Roma rischiano di perdere non solo dei luoghi fisici in cui incontrarsi, ma ciò che sono diventati nel tempo: dei punti di riferimento irrinunciabili in città, spazi di condivisione, autotutela e autodeterminazione conquistati con la lotta, nati per modificare un contesto sociale e culturale che era e resta pesantemente segnato dalla violenza maschile sulle donne.

Le sorti della Casa delle Donne Lucha y Siesta vengono legate a quelle di Atac, proprietaria dello stabile, che ne minaccia il futuro. Il piano di risanamento di Atac non devono pagarlo le donne: Lucha y Siesta va salvaguardata e stralciata dalla lista dei beni immobili da svendere, subito!

E’ una idea di legalità che non corrisponde ai diritti, ai bisogni e a desideri di vite migliori che una democrazia matura dovrebbe invece garantire.  A fronte di questa emergenza per le donne e per tutta la città, la proverbiale trasparenza della Giunta Raggi si fa vera e propria invisibilità: la sindaca scompare, le assessore si smaterializzano, le richieste restano senza risposta, i problemi senza soluzione…

Facciamo vivere i nostri desideri e i nostri bisogni dandogli corpo e dignità, attraversando e ridisegnando la città, riappropriandoci di spazi abbandonati, sostituendo al calcolo finanziario l’inestimabile ricchezza delle relazioni e dei saperi differenti che produciamo quotidianamente.

 Da qui non ce ne andiamo. La città femminista non si sgombera!

Martedi 23 gennaio ore 15   Tutte e tutti a Piazza del Campidoglio