Gli stereotipi più obsoleti e stantii sono la cifra dell’inqualificabile articolo a firma Marina Valensise pubblicato sul Messaggero del 26.11.2017: NEMMENO UN UOMO ALLA CAMERA: ERRORE.
Arriva il giorno dopo la grande manifestazione partecipata (soprattutto da giovani donne)  mentre riecheggiano nell’aria la rabbia e la denuncia insieme alle proposte e alla gioia di esserci.
In nome del Femminismo sono sfilate a migliaia per le strade di Roma, per il rispetto e la dignità del lavoro hanno partecipato a migliaia all’iniziativa voluta dalla Presidente della Camera, Laura Boldrini.
“Non una di meno” ha mobilitato non solo tutta Roma, ma tutta Italia.
Ci dispiace che il protetto con il “codino” che tanto ha anguastiato la cronista, non avesse voglia di sfilare insieme ai tanti giovani anche  in fondo al corteo. Poteva, volendo, partecipare insieme alle (poche) associazioni di uomini dichiaratamete “contro la violenza maschile sulle donne” perchè loro sono a noi uniti dalla stessa voglia di cambiare le cose.
Forse non ne conosce l’esistenza.
Quanto ai suggerimenti, ci permettiamo di darne alcuni noi.
Se già dai primi anni delle lotte femministe avessimo dato ascolto ai suoi suggerimenti e non ci fossimo prese per mano, e affrontato il mondo del patriarcato sessista, ostile e crudele, di strada ne avremmo fatta ben poca.(Ricorda le suffragiste imprigionate o uccise? 87 anni di Unità e 2 guerre mondiali prima di avere il diritto di votare? Senza dimenticare i 50 anni prima che lo stupro venisse riconosciuto come reato contro la persona e non contro la morale.
“Mai usare i mezzi di lotta del padrone” consigliava Audre Lorde e noi lo abbiamo fatto.
 Abbiamo sempre tenuto in mente ciò che avevano detto Olympe de Gouges, Simone de Beauvoir, Carla Lonzi, le filosofe di Diotima, le femministe della Casa Internazionale delle Donne.
Difficile da capire? Sì, se si respira soltanto il culto del “maschio Alfa”
Non ci nascondiamo dietro foglie di fico; rivendichiamo una vita migliore per tutte e tutti; una democrazia duale, paritaria; ci ribelliamo contro la violenza, soprusi, mancanza di rispetto e dignità, contro l’INCULTURA.
Usiamo le parole correttamete.
Nel suo scritto lei ci accredita un “poterino” imbelle e inutile, che si scioglierà ai primi venti violenti.
 
Non è un “poterino” a muovere le nostre speranze, bensì il bisogno di LIBERTA’.
Il POTERE di cambiare ciò che non va ci appartiene, e lo rivendichiamo apertamente.
 
PS: Abbiamo il dubbio che ci sia un uomo dietro quell’articolo.
 
Firmato Presidenti AFFI
Edda Billi e Irene Giacobbe.
 
Roma, 27 novembre 2017