Donne Donne Eterni Dei (Manni 2017), ultima produzione sociologica, in veste poetica, di Marcella Delle Donne*, segue e complementa la raccolta di versi A Nord, a Sud del Mediterraneo (Ediesse 2015). Un mare simbolo, sentiero e tomba d’epocali percorsi di progugh* e migrant* cui ha già dedicato Convivenza civile e xenofobia (Feltrinelli 2000), Un cimitero chiamato Mediterraneo (Derive/Approdi 2004); un mare riassunto in

Dagli abissi marini /pianto di madre / ipocrisia dell’Occidente grida (da La faccia bifronte dell’Occidente)

Nei versi, d’andamento epico, l’audacia di storie vere di donne che non sono solo vittime o eroine ma «rivendicano il loro valore, la loro passione, il loro impegno: non la sconfitta, la frustrazione passiva, ma la volontà, l’intelligenza, la consapevolezza di agire per un disegno umano». Storie di civile valore, tutte esemplari e coinvolgenti, da cui emerge l’indomabile volontà di trovare intese e reciproci riconoscimenti. Un reportage in versi» come quella «di Giuseppina, che risolve lo sciopero dell’Ilva con un gesto di pacificazione intelligente e umano; come le donne di Israele che lottano contro la colonizzazione dei territori palestinesi innalzando la mano di Fatima, figlia di Maometto, che in tal modo voleva fermare gli eserciti in guerra; come le giovani di uno sperduto villaggio indiano che convincono gli Anziani ad abolire il matrimonio delle bambine.»

L’appuntamento con l’Autrice è per giovedì 8 giugno, ore 17,30, Via della Dogana Vecchia 5, (Roma), con interventi di Milena Gammaitoni (Sociologa Università Roma Tre), Luisa Morgantini (già Vice Presidente del Parlamento Europeo), Paola Magni (Amref Health Africa) e Maria Paola Fiorensoli (il Paese delle donne).

*Marcella Delle Donne è docente di Sociologia e Sociologia delle relazioni etniche all’Università Sapienza di Roma, si conta nell’Executive Committee dell’European Association for Refugees Research ed è vicepresidente dell’ass. Cittadinanza e Minoranze.

Ha allestito il Museo demo-etno-antropologico a Pontecorvo e analizzato le radici e il doppio culto locale di Camele, santo e diavolo (Liguori 2007)