A Roma, nel Salone Borromini in Piazza della Chiesa Nuova 18  ieri è stata inaugurata la mostra Dimensione Fragile. In mostra 200 opere fragilirealizzate da artist* che hanno aderito al Manifesto della fragilità presentato ieri,  20 gennaio 2018,  da Paola Paesano, Alberto Dambruoso, Giorgio de Finis, Roberto Gramiccia, Simone Oggionni.

Le reazioni e le adesioni suscitate dal libro Elogio della fragilità(ed. Mimesis) di Roberto Gramiccia sono alla base della stesura del Manifesto della fragilità che  il  mondo dell’arte in  particolare ha accolto  e fatto  proprio, dando  vita  a fermenti  culturali diffusi. L’idea del Manifesto nasce dalla convinzione che la Teoria della fragilità e le indicazioni che il libro propone possano stimolare una discussione proficua e creare le condizioni per il sorgere di un movimento culturale ambizioso. Il Manifestoruota intorno all’idea che la fragilità possa trasformarsi in forza e vede centinaia di artist*, ma anche personalità della cultura, della politica  e  della  società  civile,  aderire  e  confrontarsi  su  un  tema di  interesse  generale.  La  fragilità,  infatti,  si  presenta  come condizione universale, una connessione maieutica tra debolezza, creatività e riscossa, individuale e collettiva.

Per l’occasione è stata presentata la seconda edizione del libro Elogio della fragilità arricchito di nuovi contenuti.

La mostra  vede coinvolti i 200 artisti che in qualche modo, in determinati periodi, per attitudine, poetica, metodo o linguaggio, hanno creatole loro opere nel segno della fragilità.

Si  presentano  nel Salone  Borromini  carte di  piccolo  formato 14x20cm,  realizzate dagli  artisti e dalle artiste  invitat*  che  con  il  loro  segno testimoniano la  propria  interpretazione  di  DIMENSIONE  FRAGILE.

Piccole  carte  tenute  insieme  da  un  comune  sentire  e  che nella lettura unitaria e complessiva possono restituire il senso del “movimento”.

La Biblioteca Vallicelliana, promotrice di numerose iniziative culturali, è una realtà viva e aperta, pronta a sostenere e produrre progetti, idee, fermenti. In questo caso, l’obiettivo è attivare un circuito virtuoso di scambio e confronto artistico e culturale tra  alcune  nuove  tendenze  e  uno  dei  luoghi  più  affascinanti  del  vasto  patrimonio  storico  artistico  italiano.  Lo  spazio borrominiano dedicato alla conservazione bibliografica e alla ricerca, nondimeno entra in relazione con forme espressive del presente contribuendo a una interpretazione del contemporaneo.Le opere in mostra verranno donate alla Biblioteca Vallicelliana per la creazione di una collezione che verrà incrementata nei successivi appuntamenti annuali in biblioteca.