cover_9788876418716_1101_240A ROMA al Bibliocaffé Letterario, domani  martedì 20 dicembre alle ore 15, Alessandra Rainei intervista Chiara Mezzalama autrice del romanzo Avrò cura di te  edito dalle edizioni E/O nel 2009. In quell’anno la rivista LEGGENDARIA pubblicava una recensione di Maria Vittoria Vittori

“In un saggio intitolato “Discorso sulle donne” pubblicato nel 1948 sulle pagine delle rivista Mercurio Natalia Ginzburg metteva il sito su quella che secondo lei era un’autentica piaga femminile, ovvero quella “cattiva abitudine di cascare ogni tanto in un pozzo, di lasciarsi prendere da una tremenda malinconia e affogarci dentro e annaspare per tornare a galla”. È questo che preclude alle donne, a suo parere, la disponibilità di essere veramente libere “perché un essere libero non casca quasi mai nel pozzo e non pensa così sempre a se stesso ma si occupa di tutte le cose importanti e serie che ci sono al mondo”. Se non si può negare questa tendenza delle donne a sprofondare i se stesse, è però altrettanto vero che non è interpretabile in un unico modo: non è solo un elemento disturbante e fortemente limitativo, ma è anche un’occasione di più profonda conoscenza da cui attingere nuova linfa vitale. È questo l’argomento principe con cui Alba De Céspedes replica alle osservazioni della Ginzburg. Tutto questo mi è tornato in mente leggendo l’intenso romanzo di Chiara Mezzalama “Avrò cura di te”. Perché è proprio in un pozzo che è cascata una delle protagoniste, Bianca. Un pozzo dalle pareti altissime, che la isola dentro se stessa, immunizzandola dalle emozioni forti della vita: è per questo che Bianca non riesce a comunicare con i suoi allievi liceale, che non riesce a tenersi vicino o a viaggiare insieme a Alberto, fotografo perennemente alla ricerca di realtà non ancora conosciute; è per questo che dcide di abortire quel grumo di cellule percepito come una minaccia. Ma quando nella sua casa sigillata irrompe Yasmina, la ragazza marocchina in fuga da un passato di umiliazioni e violenze, in Bianca qualcosa comincia a cambiare. Impara a vedere, a sentire Yasmina, a prendersene cura; e la ragazza si prende cura di lei. Anche Yasmina è in fondo a un pozzo di solitudine, di spaesamento, di nostalgia: in modo parallelo eppure diverso, tessendo quotidianamente una fitta rete di scambi, di piccoli riguardi, di attenzioni, imparando l’una la lingua e i modi dell’altra, le due donne creano le condizioni per uscire dal loro pozzo. E, avvalorando la prospettiva cara alla De Céspedes, ne escono con energia rinnovata, una fiducia fresca nella vita e, soprattutto, la certezza di una solidarietà che da “segreta e istintiva” si è fatta “consapevole e palese”.

Chiara Mezzalama
Chiara Mezzalama è nata a Roma il 28 settembre 1972. Vive a Parigi. Figlia di un diplomatico, ha passato la sua infanzia all’estero. Scrittrice, traduttrice e psicoterapeuta, ha pubblicato il suo primo romanzo, Avrò cura di te con le Edizioni E/O nel 2009. Scrive per la rivista della Società Italiana delle Letterate Leggendaria e per il blog di lettura Tempoxme, collabora con la rivista Left. Ha scritto un diario sugli attentati terroristici a Parigi Voglio essere Charlie: diario minimo di una scrittrice italiana a Parigi per Edizioni Estemporanee. Il giardino persiano è il suo secondo romanzo.

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