Il 9 febbraio alle ore 10,30 e alle ore ore  21,00  e il 10 febbraio alle ore 21,00  verrà presentato lo spettacolo  IO OBIETTO  di Elisabetta Canitano. sul palco anche Gemma Carbone, Daniela Giordano, Gaia Insenga e Laura Nardi – la regia di Amandio Pinheiro

Io Obietto affronta il tema dell’obiezione di coscienza e l’influenza della Chiesa sul sistema sanitario nazionale.

Elisabetta Canitano, ginecologa, Presidente di Vita di Donna, è uno dei pochi medici da sempre in prima linea nella difesa dei diritti delle donne.

In Italia abbiamo il 70% di obiettori di coscienza. In alcune regioni si sfiora il 90%. In Europa e in altri paesi la situazione non è molto differente. In Italia l’aborto è garantito dalla legge 194 del 1978, ma l’obiezione di coscienza è così diffusa da rendere difficile anche nelle strutture pubbliche l’applicazione della normativa.

Cosa succede alla donna se tutti i medici sono obiettori? Cronache recenti raccontano le tristi storie di donne morte perché i medici obiettori si sono rifiutati di praticare l’aborto terapeutico perché ancora presente il battito cardiaco del feto, comunque destinato a soccombere.

Ricordiamo la storia di Valentina Milluzzo, incinta di 19 settimane che è morta di sepsi il 16 ottobre 2016 in un ospedale di Catania. O l’analoga vicenda di Savita Halappanavar, trentunenne morta di sepsi in un ospedale irlandese 5 anni fa, perché i medici cattolici si erano rifiutati di intervenire finché non si fosse fermato il battito fetale.

Bianca, incinta di venti settimane, gravidanza gemellare, viene ricoverata in ospedale perché ha l’utero dilatato. Tutti sanno che Bianca quei figli li perderà, ma nessuno interviene: finché c’è il battito fetale, anche se la madre corre pericolo di vita, anche se per i bambini non c’è più nulla da fare, GLI OBIETTORI non devono intervenire. Così tutti fingono di non sapere, di non vedere o sentire, mentre Bianca muore tra atroci dolori insieme ai suoi gemelli.

Dedicato a tutte le donne che hanno visto lesi i propri diritti!