Esperienza da fare. Disarmante, spaesante e un crescendo di coinvolgimento. Il corpo regna ma non come siamo abituate/i a vederlo: costruito gonfiato, di lucida plastica e impacchettato come ogni oggetto di consumo. No! Il corpo è libero, sebbene nel rispetto di regole rigorose, è il corpo che ognuna/o di noi ha, non perfetto, non indeformabile, di ogni età, non teme rughe, non teme il limite sebbene ogni gesto appaia come superamento di esso, come espansione delle possibilità espressive fino all’impossibile.

E il corpo è {{il luogo del sentire profondo}}, tanto che ci si trova spesso trascinate/i al punto d’incrocio, quello dove la massima gioia e il massimo dolore si sovrappongono, laddove le dimensioni si perdono ed ogni elemento conosciuto, che sia roccia, acqua terra, viene coinvolto nella danza in un eccesso di vita incredibile. la mente può solo ammirare, mai ragionare. Semmai imparare. Tanti corpi ed un corpo solo ognuna/o rimanendo se stessa/o; lo straordinario miracolo dell’armonia della molteplicità, senza sacrifici e gerarchie. (che lezione per il nostro mondo!). Il corpo in relazione con altri corpi e con gli elementi rappresenta la Bellezza nella sua incessante dinamica.

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Pina Bausch è la sua danza ma è anche la danza di ogni componente della compagnia di Wuppertal}}, la sintesi è l’amore che sanno far circolare. Sì! Proprio l’amore, così tanto importunato a tempo e fuori tempo, per svilirlo, confonderlo, declassarlo a sentimentalismo o sdolcinature, in questo caso emerge come vera e possibile tipologia di relazione che fa crescere non solo chi agisce ma chi guarda e vede.

Uno degli artisti dice che pensa a Pina come ad una casa, con la {{soffitta piena di cose}}. Una similitudine che mi prende il cuore perché come architetta credo che la casa ed il corpo davvero si assomiglino e che l’una e l’altro andrebbero visti attraverso gli infiniti collegamenti che li legano e li svelano.

Verso la conclusione del film-documento mi sento grata per il regalo che mi è stato fatto.

La voce di Pina afferma: {{“danziamo, danziamo altrimenti siamo perduti…” }}

E’ un invito che accolgo sebbene i miei passi di danza siano simili a quelli di una bambina, felice però di sentire profondamente la musica e scoprire che in qualche modo il mio corpo già la conosce.

{immagine da http://www.pina-film.de/en/}