Ieri, alle dodici di una giornata romana improvvisamente nuvolosa, è morta Lorenza Mazzetti, regista scrittrice pittrice, genio sfrontato sempre pronto a sorridere e creare. Insieme a Lindsay Anderson, Karel Reisz, Tony Richardson – giovani registi outsider che credevano nella libertà e nell’importanza dell’individuo – Lorenza Mazzetti ha fondato il Free Cinema Movement.

“Io voglio vivere giocando” è stato il segreto della sua vitalità condiviso da Paola, amatissima sorella gemella.  La ricorderemo con i suoi assurdi occhiali colorati e lo smisurato desiderio di carezze e coccole. Dentro ogni opera Lorenza ha lasciato impronte della sua vita straordinaria segnata dalla strage nazista della famiglia dello zio Robert Einstein (cugino di Albert Einstein), a cui è sopravvissuta insieme alla sorella Paola, e dal suo essere nel mondo: leggero, poetico eppure grave. Come il passo quasi danzante di K – protagonista del suo primo film- personaggio kafkiano che sogna di evadere sui tetti di Londra portando con sé una valigia piena di perdite impossibili da elaborare.  Oppure il rapporto complice tra i due portuali sordomuti di Together il cui destino è una separazione senza più ritorno.

Lindsay Anderson, Karel Reisz, Tony Richardson e Lorenza Mazzetti (Dipinto di Lorenza Mazzetti)

Chiari e scuri che riappaiono nei suoi romanzi – Il cielo cade, Diario londinese, Con rabbia, Mi può prestare la sua pistola per favore e altri – e nei suoi quadri che riempiono le pareti della casa di Roma affacciata sui tetti. Sono i Ritratti della famiglia Einstein o le nature umanizzate a testimoniare la sua creatività straordinaria: colline toscane sullo sfondo di cieli inquieti, mari apparentemente sicuri in corsa verso la terra.

Lorenza Mazzetti verrà sepolta a Rignano sull’Arno (Firenze) il paese dove avvenne la strage della famiglia Einstein e di cui Lorenza ha la cittadinanza onoraria, insieme alla sorella Paola, conferita dal Sindaco Daniele Lorenzini.

Ci mancherà la presenza calda di Lorenza.