Filomena Gallo e Marco Cappato, Segretario e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica hanno dichiarato che  la commissione bilancio della Camera può decidere se destinare alla ricerca pubblica del paese 415 milioni di euro che da anni sono bloccati su un conto infruttifero della Banca d’Italia intestato ad Istituto Italiano di Tecnologia. Tra gli emendamenti alla manovra in discussione c’è anche un emendamento importantissimo che propone di destinare alla ricerca pubblica italiana.

Ad un passo dalla meta, unica iniezione possibile di speranza per una comunità allo stremo in termini di risorse, dai quotidiani apprendiamo che quelle risorse potrebbero non esservi più. Il Ministro Padoan, ha l’obbligo di chiarire ogni aspetto della esistenza e disponibilità dei fondi del “tesoretto IIT”.  L’informazione è tecnicamente semplice per gli uffici del MEF.

Il Ministro ha il preciso obbligo verso i parlamentari che ne stanno discutendo di immediatamente smentire – se possibile – l’ipotesi gravissima del venir meno di quei fondi per la ricerca. Il Ministro non può nascondersi nelle fumose parole di anonimi funzionari del MEF, che parlano di generici approfondimenti da farsi nei prossimi giorni.

Ministro, ci dica pubblicamente, la verità su questa domanda: sul conto corrente infruttifero n.25039 aperto presso la Banca d’Italia, intestato all’Istituto italiano di tecnologia, gli oltre 415 milioni di euro di liquidità certificati dalla Corte di Conti, oggi 26 maggio 2017 ci sono? Sono disponibili? Se non ci sono che fine hanno fatto? Se sono indisponibili perfino alle decisioni del parlamento (!?), per quali oscure ragioni finanziarie?