Sulla scelta che dovremo fare al Referendum costituzionale del 20 e 21 settembre, continuiamo a mettere a confronto posizioni diverse.

Ricordiamo che si tratta di un referendum confermativo, che non ha bisogno di quorum. Indipendentemente da quante persone voteranno, se vince il SI verrà confermato il taglio dei parlamentari previsto dalla legge costituzionale votata per l’ultima volta dal Parlamento nell’ottobre 2019. Se vince il NO, la legge verrà cancellata.

Il 9 settembre, abbiamo pubblicato il documento di Irene Giacobbe per il SI e l’appello del Comitato di donne per il NO.

Ora mettiamo a confronto l’opinione di Antonia Sani, che si interroga sull’astensione e sulle connessioni tra voto referendario e voto per le elezioni regionali, e quella della costituzionalista Lorenza Carlassare, intervistata da Liana Milella su “la Repubblica” lo scorso 30 agosto. Lorenza Carlassare, che è stata la prima donna in Italia ad insegnare all’università diritto costituzionale, dichiara la propria propensione per il SI e riconduce le questioni più generali alla necessità di cambiare la legge elettorale.

Accade di sentirsi  immerse/i in una sorta di palude

di Antonia Sani

Accade di sentirsi  immerse/i in una sorta di palude. Il riferimento è il prossimo referendum sul taglio del numero dei/delle Parlamentari. Sì, perché non si tratta di posizioni granitiche, opposte le une alle altre.
Si verifica un costante ondeggiamento tra il SI, il NO, l’astensione.
L’astensione è sempre più diffusa, dovuta soprattutto a una propaganda eccessivamente cervellotica.
I sostenitori del NO, ossia coloro che non sono favorevoli al taglio dei Parlamentari, producono in continuazione materiale informativo di sofisticata qualità. Da dibattiti e decisioni dei Padri Costituenti, ai vari mattarellum, porcellum, italicum, rosatellum (dal 1993 a oggi) …. Vedo chi scuote la testa.  Non è facile capire.

Ciò che la gran parte delle persone recepisce è che un minor numero di  parlamentari rappresenta un risparmio per le casse dello Stato e una diminuzione di chi pretende di dettar legge senza avere le competenze.Costoro non andranno a votare o voteranno SI alla riduzione dei seggi.
Vista l’importanza della consapevolezza di ciascun elettore/trice, in caso di votazioni come questa sarebbe stato necessario un corso di formazione rivolto a quella parte della popolazione completamente digiuna di quanto riguarda rappresentanza,  sistemi elettorali.
Tutti e tutte hanno diritto di voto, hanno  però anche diritto a un’informazione che renda il voto espressione meditata.  Nell’attuale temperie, il SI potrebbe essere  in gran parte dettato dalla competizione col NO e dal disprezzo per le istituzioni; l’astensione, il contributo di chi non è riuscito a entrare nei contenuti.

La difesa della democrazia, espressione che rischia di apparire astratta, affonda le radici nel NO , in quell’azione dei 71 parlamentari che hanno voluto sottoporre a referendum la schiacciante maggioranza di PD e 5S, volta all’affossamento del Parlamento, e all’alterazione del dettato costituzionale.L’astensione o il voto SI impoverirebbero se vincenti la tenuta democratica dei territori, la cui definizione tanti lunghi dibattiti era costata all’Assemblea Costituente e successivamente ai Gruppi Parlamentari per mantenere alta la funzione di entrambe le Camere.  Ultimo schiaffo alla popolazione è stata la collocazione del referendum accorpata alle elezioni regionali di 6 Regioni italiane e di circa un migliaio di  Comuni, e di due posti in Senato per Sardegna e Veneto…
Nel Lazio non ci troviamo in questa situazione, ma se pensiamo all’importanza di questa elezione nelle Regioni in cui avviene, mi convinco sempre più dell’ apparente assurdità, ma soprattutto del calcolo spregiudicato che ha dettato l’accorpamento in un’unica giornata.
Si sono tentate le vie legali per evitarlo, ma la Corte Costituzionale il 13.8.2020 ha dato il via libera all’accorpamento.

Mi pare utile riportare un’interessante intervista a Mario Tronti, testimone di una posizione che ho più volte ribadito: “L’abbinamento del referendum con le regionali  è stato un altro inspiegabile cedimento ( del PD). Non sta lì al posto giusto. Una così rilevante modifica costituzionale è una decisione politica che pretendeva una campagna elettorale. Insomma, si ha a che fare con un alleato infido, che dice una cosa oggi perché gli fa comodo, dice la cosa opposta domani perché gli fa comodo. L’esempio di questi giorni:  aperture a prossime alleanze sul territorio….si poteva realizzarle per un prossimo appuntamento di settembre. Ci sono da tempo in campo autorevoli candidature del PD, in decisive Regioni già ben governate. Fate confluire su di loro i vostri consensi…..Confusione di idee sulle prospettive”. ( intervista di U. De Giovannangeli)

Alla fine, una certa campagna elettorale sul referendum è stata fatta, ma le elezioni regionali, i cui risultati saranno così importanti su tutto il territorio nazionale, anche nelle regioni non coinvolte nel voto in questa tornata elettorale, quale interesse stanno riscuotendo nel paese?

____________________________________________________________________

“Ritengo che se passasse il No, nulla verrebbe più cambiato”

dall’intervista di Lorenza Carlassare a Liana Milella (la Repubblica, 30 agosto 2020)

Alla prima domanda, su come voterà il 20 settembre, la professoressa Carlassare risponde:

«Invidio le certezze di tanti su una questione complessa e con tante facce. Devo dire che ho molti dubbi: da un lato, come ho sempre detto, anche a Repubblica, giusto un anno fa, sono favorevole alla riduzione del numero dei parlamentari. Ritengo che ci possa essere maggiore efficienza, spero in una selezione più accurata delle candidature. Tuttavia resta il nodo della legge elettorale.»

Segue un ragionamento su rappresentanza e responsabilità:

«Quello che mi pare essenziale è tornare all’essenza della democrazia, nella quale la rappresentanza gioca un ruolo fondamentale. Quindi la legge elettorale non è indifferente, è il fondamento di tutto il sistema politico costituzionale … Una rappresentanza distorta, come quella che ci veniva fornita da leggi elettorali che la Corte Costituzionale ha bocciato, altera l’esito della consultazione elettorale e altera di conseguenza la democrazia. La volontà degli elettori non risulta in nessun modo rispettata e soprattutto risulta irrilevante. Inoltre essenziale è il problema della responsabilità politica. …. I maestri del diritto costituzionale ci hanno sempre insegnato che la rappresentanza politica non può dissociarsi dalla responsabilità politica. Verso chi? Evidentemente verso gli elettori. L’eletto è legittimato ad esercitare un potere che gli viene dal popolo solo se poi risponde a chi lo ha votato. Oggi questo pare del tutto dimenticato».

«In questa situazione non conta tanto il numero dei parlamentari quanto il loro rapporto con gli elettori. Se non siamo rappresentati, se verso di noi non sentono alcuna responsabilità, di che democrazia stiamo parlando?»

La conclusione: «Ritengo che se passasse il No, nulla verrebbe più cambiato. In particolare non verrebbe più cambiata la legge elettorale. Con il Sì ci resta almeno la speranza».