Ho letto in questi giorni della osservazione di una nostra parlamentare in merito al “monopolio” femminile nel corpo docente della scuola italiana. Difatti alla materna si trovano 5 insegnanti maschi su mille femmine, alle elementari 48 su mille, alle medie inferiori se ne trova il 25% e al superiore finalmente abbiamo il 41.5% di insegnanti maschi.

“Troppe donne insegnanti possono costituire un handicap nei processi educativi e di maturazione degli adolescenti, soprattutto maschi a cui vengono a mancare modelli di riferimenti e di imitazione necessari alla loro crescita”, spiega sempre l’onorevole. E continua proponendo al governo di studiare forme d’incentivi costituzionalmente compatibili per incoraggiare il reclutamento di insegnati uomini.

Giusto. La penso anch’io così. {{Non ci dovrebbero essere monopoli di genere in una società moderna.}} E vorrei sottolineare come apprezzo l’intenzione dei nostri parlamentari (sono circa l’83% i maschi in parlamento) quando propongono un disegno di legge che prevede che i consigli di amministrazione delle aziende quotate in Borsa debbano essere composti almeno per il 30% da donne. Strano non hanno pensato che{{ forse potevano cominciare proprio da loro, }} dai politici e riservare una quota almeno pari a quella del parlamento “afgano” che ha riservato cioè 64 posti come minimo alle donne su 249 disponibile.

Peccato che questo bel disegno sui cda abbia trovato subito un potente freno nell’esecutivo, che ha suggerito che questa bella proposta sia prevista a partire dal 2018, dice un altro parlamentare “il nuovo testo evita il pericolo di compiere atti avventati” è giusto non dobbiamo avere fretta e che in caso di mancato rispetto della norma non ci sia il decadimento del cda ma una multa.

Ma non bisogna credere che stiano prendendo in giro le donne italiane, io almeno non lo credo, anzi mi aspetto una proposta che riequilibri i vari gap nelle professioni e nella vita sociale.
Penso ad esempio che non sia un “modello di riferimento e di imitazione necessario alla crescita delle nostre adolescenti” vedere che ci sia una sorta di monopolio nei rettori delle università (sempre per rimanere in tema di istruzione), infatti sono 83 uomini su 2 donne.

Che dire dei primari? A fronte di un forte incremento di medici donna nelle strutture ospedaliere, lo sono il 40% dei medici tra 40 e 49 anni e in questa fascia di età solo il 20% circa è primario.

Insomma sono convita che i nostri politici stanno facendo di tutto per garantire pari opportunità perché sanno meglio di noi che la società deve poter fruire di tutte le intelligenze disponibili e non solo del 50% .
{{O almeno lo spero…….}}

*Associazione Labirinta