Gisella Modica interroga le testimoni di una stagione dimenticata, quella dell’occupazione delle terre in una Sicilia tra Fascismo e Dopoguerra, dove a comandare erano i latifondisti spalleggiati dalla Mafia e i braccianti morivano di fame. Un racconto in due tempi, anzi tre: il tempo dei fatti, quello della ricerca, e infine quello in cui le voci raccolte, che dapprima appaiono confuse, diventano finalmente una Storia restituita alle protagoniste.
Figure indimenticabili per forza e intelligenza, eppure dimenticate anche dallo stesso Partito per cui militavano a rischio della loro stessa vita. Ma che i “compagni” ritenevano inaffidabili perché donne, il parroco teneva fuori dalle chiese perché comuniste e le comari criticavano perché non stavano al posto loro. Ma loro c’erano, e nei cortei dirette verso gli sterminati feudi dei padroni portavano le bandiere rosse e lo stendardo con il cuore di Gesù. Tra la nascita di una figlia e la morte della madre, le voci di quelle contadine restano mute per vent’anni. È il divenire adulta, il rinascere madre a se stessa, che consente all’autrice di trovare il filo che intreccia la sua con quelle di altre vite, vite che ci parlano da una realtà lontana nel tempo – il tempo delle lotte dei braccianti e della strage di Portella della Ginestra – ma che, ben prima del femminismo, ci mostrano quella differenza che la politica si ostina a ignorare.

Sono nata nel 1950, vivo a Palermo, una figlia archeologa precaria, un marito, una gatta in casa, diversi in giardino. Mi sono fatta il ’68, nel ’75 ho detto addio alla doppia militanza e sono diventata femminista. Mi sono fatta tutte le manifestazioni, a partire dal salario alle casalinghe, fino a SNOQ, e tutti gli Otto Marzo, anche se non ci credevo. Sono stata candidata, poi ho detto basta! Voglio solo leggere e scrivere per cambiare il mondo. Femminista sono tuttora, molto vicina al pensiero della Comunità Diotima di Verona. Dal ’93 faccio parte della redazione della rivista Mezzocielo, bimestrale di donne autogestito, fondato nel ’92, dopo le stragi di Falcone e Borsellino, e del direttivo dell’associazione Biblioteca delle donne UDI Palermo, fondata nel 1948. Ho condotto laboratori di narrazione con donne adulte poco scolarizzate e in alcune scuole. Per Stampa Alternativa ho pubblicato Falce, Martello e cuore di gesù, e Parole di terra, tratto da un laboratorio di narrazione con le donne di un antico quartiere di Palermo. Ho pubblicato diversi racconti e saggi su riviste e antologie.