Riflessioni in forma di lettera in occasione del 10 ottobre: giornata Onu delle bambine e dell’assegnazione del Nobel per la paceCare tutte, le “giornate dell’Onu” occupano ormai l’intero calendario. Volevo scrivervi il 2 ottobre, per un monito a favore della nonviolenza. Il termine sembra avere ancora così tanto bisogno di spiegazioni che il computer lo colora come errore e Luisa Muraro lo rigetta; così ho rinviato un messaggio che mi portava via tempo. Poi è venuta Lampedusa. Non avevo davvero parole.

Ma oggi la ricorrenza è così fragile che bisogna sottolinearla, almeno fra noi: è la giornata dedicata alle bambine.

Quando le adulte erano piccoline, si sentivano raccomandare di non accettare caramelle da sconosciuti da mamme a cui la tradizione suggeriva l’attenzione, non la denuncia esplicita del triste fenomeno così largamente diffuso da sempre. Oggi, almeno, di pedofilia si parla con consapevolezza.

Ma la constatazione che tutti i bimbi sono esposti alla violenza, non tiene conto della discriminazione nettamente visibile quando si guarda a paesi di altre tradizioni.

Le bambine possono essere così rifiutate che gli infanticidi delle femmine sono sostituiti nella modernità dalla {{selezione preabortiva}} delle ecografie. Non l’ho mai detto, ma non partecipai alla conferenza di Pechino perché questa è pratica comune in Cina (e d’altra parte l’Onu doveva alla Cina una conferenza mondiale e quella sulle donne era la sola che non comportasse contestazioni politiche: mica potevano fare lì quella sui diritti umani, giustamente tenuta a Vienna).

Ma ancora più diffusa è la piaga imponente dei matrimoni precoci e della{{ vendita delle bimbe al mercato della prostituzione}}. In esseri non ancora formati e istruiti si producono mali e sofferenze che non sono neppure risarcibili dalla consapevolezza, perché subite senza potersi sottrarre, senza avere idea di bene, violentate nell’anima prima che nel corpo.

{{Malala Yousaftzai}}, quasi bambina anche lei, ha ricordato, con la testimonianza di chi ha subito un attentato che doveva essere mortale solo perché femmina, quale bene sia la scuola per il nostro genere, più dei maschi condannato all’analfabetismo.
La tribuna delle Nazioni Unite l’aveva candidata al Nobel, assegnato oggi all’associazione impegnata contro le armi chimiche: forse si è cercato di dare una mano ad Obama che stava per fare la guerra e che apprezza il lavoro che in Siria stanno facendo quegli esperti olandesi.

Tuttavia anche le altre bambine, pakistane e non, avevano bisogno di una segnalazione di valore. Non dimentichiamocene noi, né di loro né di tutte le altre che già subiscono solo per essere nate donne.