Il documento con cui la Lista “Donne nella crisi” illustra gli scopi solidaristici e politici della campagna sul diritto alla salute delle donne greche, le più colpite dalle politiche di austerità messe in atto in Grecia. Le politiche di austerità, lungi dal risolvere gli enormi problemi determinati dalla crisi economica e sociale in cui siamo immerse, colpiscono soprattutto i servizi pubblici alla persona ed in particolare i sistemi sanitari nazionali che vengono tagliati con la scure con il risultato di svuotare di significato il diritto universale alla salute mettendo in discussione nello stesso tempo anche ciò che rimane dei diritti del lavoro (le numerose vertenze di lotta in diversi ospedali del nostro Paese ne sono un esempio concreto).

L’Italia rischia molto, sotto questo profilo, anche perché, rispondendo supinamente ai diktat della “troika” europea, ha introdotto in Costituzione il pareggio di bilancio (che in soldoni significa sborsare circa 45 miliardi di euro all’anno per i prossimi tre per pagare il “debito” accumulato). Una spada di Damocle che ci fa temere non poco.
I risultati delle politiche “austere” si possono ben vedere in Grecia : in pochi mesi, dopo l’emanazione del primo memorandum, l’assistenza sanitaria pubblica è divenuta un miraggio per oltre un terzo della popolazione costretta a pagarsi a cifre insopportabili ogni prestazione sanitaria.

Se si guarda alla {{situazione greca}} con un’ottica di genere si scopre che le più colpite ( soprattutto perché più povere e con meno garanzie economiche e/o sociali) sono le donne. Per un terzo di loro, incredibilmente, il parto in ospedale è divenuto un lusso perché il suo costo (800 euro per un parto normale e 1200 per un cesareo) è insostenibile. Se poi ad una donna capita un parto precoce i costi di mantenimento della o del neonato in incubatrice sono folli (circa 200 euro al giorno!!).

Per queste ragioni in Italia la lista “donne nella crisi”, nata durante il forum sociale di “Firenze 10+10”, ha dato il via ad {{una campagna di solidarietà con le donne greche }} che si è , per il momento concretizzata in una raccolta di fondi a favore di un gruppo di MEDICI VOLONTARI che agisce in una caserma occupata di Elleniko, un Comune alle porte di Atene e offre aiuto a persone che hanno perso l’assistenza pubblica e non possono pagarsi la privata.

La campagna ha {{un risvolto solidaristico ed anche, forse soprattutto, politico }} perché nel fare conoscere la situazione greca si vorrebbe attivare {{un protagonismo sociale }} capace di riaffermare l’universalità del diritto alla salute e l’importanza dei sistemi sanitari pubblici che rendono esigibile questo diritto. In questa direzione abbiamo sostenuto la lotta delle lavoratrici del San Raffaele di Milano.

Abbiamo dato vita, in collaborazione con Sonia Mitralia attraverso la quale siamo venuti in contatto con Elleniko, ad una serie di incontri in differenti città italiane per presentare l’iniziativa e iniziare la raccolta di fondi. Abbiamo aperto un conto postale dedicato e stiamo procedendo con la raccolta.

Il nostro obiettivo è quello di provare ad aprire dentro Elleniko {{uno spazio a sostegno della salute riproduttiva delle donne}} (contraccezione, gravidanza, parto, counseling, ….) Per questo incontreremo le ed i medici di Elleniko e valuteremo con loro la fattibilità di tale obiettivo e le necessità materiali per la sua realizzazione.
La nostra proposta operativa è quella di organizzare, una volta stabilite queste necessità materiali, un camper itinerante che toccando città differenti (quelle dove vi sono già state iniziative ed anche altre) raggiunga Atene per portare ad Elleniko quanto raccolto. Nelle città toccate dal camper verranno organizzate iniziative che intreccino la solidarietà con le donne greche con la presa di coscienza della situazione sanitaria in Italia.

Abbiamo presentato la nostra proposta ad altre associazioni, reti, movimenti italiane ed europee. Siamo in contatto in Europa con altre reti femministe e parteciperemo all’incontro dell’{{ALTERSUMMIT ad Atene, dal 7 al 9 giugno 2013}}, per presentare la campagna ed inserirla, se possibile, in un quadro europeo di iniziative e lotte sul diritto alla salute.

Ci sostiene la convinzione che proprio perché la vita delle donne è resa più difficile dalle politiche di austerità che tagliano diritti, tutele, servizi e reti di protezione sociale, sono proprio le donne, obiettivamente, ad essere presenti più che mai nel conflitto e forse ad essere maggiormente interessate alla trasformazione dell’esistente, anche {{grazie al femminismo che le ha rese meno pazienti ed adeguate alla lotta.}}

{{Lista “Donne nella crisi”}}

{Maggio 2013}

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