Ha fatto male e fa ancora male sentir definire donne violente, o per lo meno sprovvedute, a più di una settimana dalla manifestazione del 24 novembre, e soprattutto da parte delle possibili interlocutrici/tori circa la violenza sulle donne, le motivate, legittime, consapevoli partecipanti alla manifestazione. Basta {{una elementare lezione di democrazia}} ad arginare il fiume di chiacchiere straripate in questi giorni per ridurre la portata del bubbone /violenza in piazza il 24 novembre: le vie della città per la maggior parte delle donne, soprattutto giovani, sono {{l’unica piazza possibile in cui incontrarsi, informare}} chi non sa e porre domande a chi rimuove o fa finta di non sapere, a chi è responsabile.

Assurdo: si attendono risposte, da uomini, da istituzioni, si trovano invece persone aspiranti ad uno spazio da loro non predisposto, dove inevitabilmente la loro presenza crea {{confusione di ruoli}}, riduce la portata delle questioni in ballo, dà risposte scontate, rievocando chi rappresentano.

{{Ad ognuno la sua piazza.}} C’è chi ha gli scranni parlamentari, chi i mass-media,chi il luogo di lavoro…… “piazze” in cui le domande poste dalle donne possono e devono trovare risposte. Ascoltate, rispondete, non spingete per entrare.

Un esempio: le {{vicissitudini delle questioni bioetiche}}, esaltate dallo sviluppo delle biotecnologie, spina nel fianco della società democratica attuale, che tanto tormenta le donne, soprattutto in rapporto alla procreazione, e la società in genere, per esempio sulla questione delle cellule staminali. {{Dove e come avviene il dibattito? Quali le risposte?}}

La ministra Livia Turco ha riferito al Parlamento sulla {{applicazione della legge 40/2004 sulla procreazione assistita}}, il 2 luglio 2007 ; sulla stessa ha avuto una audizione il 17 ottobre in Commissione Affari Sociali. _ In sintesi, dopo l’entrata in vigore della legge 40: è avvenuta una diminuzione delle percentuali di gravidanze, con conseguente diminuzione di bambini nati; è più elevata la percentuale di trattamenti che non giungono alla fase del trasferimento o con bassa possibilità di successo (trasferimento di un embrione non elettivo); il numero di ovociti inseminati è minore, ma il numero di embrioni trasferiti è superiore; più elevata è l’incidenza di parti plurimi, con i conseguenti effetti negativi immediati e futuri per i nati e per la madre; sono aumentati gli esiti negativi delle gravidanze.
_ La ministra, dopo aver proposta progetti riguardanti una più corretta raccolta dei dati, un’ampia informazione alle donne e alle coppie, il controllo sulla qualità operativa dei centri e sulle metodiche adottate, dichiarò ”come ministro della salute, al fine del rispetto del principio costituzionale della tutela della salute della donna ho inteso affidare questa criticità alla riflessione del Parlamento”. {{Ecco una piazza convocata!}} Nessuno dei legittimi interlocutori, deputate e deputati, senatrici, senatori, finora l’ha occupata per riflettere, informare, rispondere.

Altro esempio: il nostro giornale ho dato notizia delle [vicissitudini del Comitato Nazionale di Bioetica->1018] e della [sostituzione da parte del presidente Francesco Paolo Casavola->1126], dei vicepresidenti Cinzia Caporale, Elena Cattaneo, Luca Marini. Le questioni alla base del dissidio tra Presidenza e Vicepresidenza riguardano ancora per la maggior parte {{le donne e la democrazia}}: la nomina, imposta da parte del Presidente, di rappresentanti del Comitato stesso in sedi dove si prendono decisioni riguardanti la revisione delle linee guida della legge 40/2004 sulla procreazione assistita, lo stoccaggio delle cellule staminali, la compravendita di ovociti, la partecipazione al Forum dei Comitati Etici dei Paesi dell’Unione Europea.

Dopo un incontro del Presidente Casavola con il Presidente del Consiglio Romano Prodi, si giustificava l’accaduto per “{{aumento della funzionalità}}” del Comitato, dopo l’interrogazione dell’On Zanotti (18 ottobre) per “la conflittualità molto vivace” della vicepresidenza. In proposito si sono aperte {{altre due piazze qualificate}} {{a rappresentare le donne e la democrazia}}: l’appello per il Comitato di bioetica da parte del Coordinamento Nazionale delle Consulte per la laicità delle istituzioni (venti novembre) e le dimissioni ( trenta novembre) dal Comitato di Bioetica della Prof.ssa Elena Cattaneo (Ordinaria di farmacologia Università degli studi di Milano).

Nel primo si dichiara che “il Presidente del Consiglio debba agli elettori, al parlamento ed alla comunità scientifica una coerente spiegazione dei motivi per cui ha ritenuto di non ascoltare le considerazioni dei vicepresidenti ..”.
_ La Prof.ssa {{Elena Cattaneo}} in seduta plenaria nell’intervento per le sue dimissioni concludeva “…in questi mesi ho purtroppo dovuto rendermi conto di quanto debole e ridotta fosse, su alcuni argomenti, l’analisi scientifica e responsabile di aspetti che toccano la ricerca biomedica e che sono così vicini alle esigenze umane. anche per questo preferisco tornare alla ricerca scientifica. Le mie dimissioni sono contestualmente presentate alla Presidenza del Consiglio. Intendo rendere pubbliche queste mie dimissioni”.

Avanti, c’è posto.