Mercoledì 22 agosto alle 19,30 nella Sala Pio XII presso il Santuario di San Giuseppe alla Chiaiolella di Procida  nell’ambito della 59ma edizione della Fiera del libro di Procida  sarà presentato il  romanzo Centane di Gea Palumbo con la  prefazione di Isabella Ducrot (Aracne edizioni 2018)

Introducono e coordinano l’incontro:  La giornalista Ilaria Urbani (la Repubblica) e il giornalista Domenico Ambrosino (direttore di Procida oggi). Nel corso dell’incontro saranno proposte letture dal libro Centane

L’iniziativa è stata organizzato in collaborazione con: Libreria evaluna  di Napoli e la Libreria la Graziella  di  Procida

Il Libro

Centane, come ci racconta questo libro, è il nome di un’antica contrada dell’isola di Procida, un posto tranquillo e appartato, dove ciascuno si appoggiava ad un altro e “la vite si sposava all’olmo”; un luogo affacciato sul mare dalla parte di Ischia, dove il tempo scorreva più lentamente che altrove, “tanto lentamente che lì la vita durava, come sembrava dire anche il suo nome, cent’anni”. E per cento anni e più l’autrice segue le vicende di una famiglia che a Procida si trova da sempre. Ed è proprio in questo luogo di tranquilla bellezza, tuttavia, che la vita sembra mostrare, ad alcuni dei personaggi di questa storia, tutta la casualità dell’esistenza umana che difficilmente essi riusciranno ad accettare.  E se un po’ tutti i personaggi di questa vicenda sono convinti che destino e nomi si intersecano indissolubilmente, Minichino, il marito di Genoveffa, sulla base di un’interpretazione tutta personale dell’antico atomismo e della teoria del clinamen, si angustia ogni volta che pensa che la sua terra, con tutti i suoi abitanti, le sue piante e i suoi animali da mille e mille anni, come dice il suo stesso nome (Procida, Proiettata, Gettata fuori), non sarebbe mai esistita se solo il vulcano di Ischia avesse eruttato la sua lava da un altro lato, nel mare più profondo.

Nella nostra storia il passato si intreccia col presente nella complessità della memoria che cambia con le generazioni. E mentre le donne paiono trovare, anche nei momenti più drammatici, la via per una rassegnata felicità, l’inquietudine segna più pesantemente il filo delle generazioni degli uomini. Con i nomi che si ripetono sempre uguali, trasformati solo nelle infinite varianti di diminutivi e vezzeggiativi, ciascuno crede di portare, più o meno consapevolmente, le declinazioni del caso.

Come l’animo dei personaggi passa -e non sempre gradualmente- da una religiosità totale e pervasiva, ad una complessità piena di dubbi, così il paesaggio che si distende, al di qua e al di là di del golfo di Napoli, da Procida al Monte di Procida a Pozzuoli e fino a Gaeta, dall’antica Baia ad Arco Felice, al Fusaro e alla stessa Napoli, si presenta ora nella bellezza antica e perfetta dei suoi ruderi monumentali, ora stravolto da una disincantata modernità.

 

L’autrice

Gea Palumbo

Gea Palumbo, nata a Napoli, lavora a Roma presso l’Università di Roma tre, dove insegna Storia e Iconografia; ha insegnato anche presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, e ha fatto parte della prima Commissione ministeriale su Genere, generazione e culture delle differenze (Decreto del Ministro per le Pari Opportunità 26 maggio 1999). Eletta Presidente dell’Associazione Museo Donne del Mediterraneo Calmana, si è dedicata alla progettazione e alla realizzazione della prima parte del Museo delle Donne del Mediterraneo.

Le sue ricerche sono orientate in due filoni principali, quello storico-religioso e quello sul femminile.

Tra le sue principali pubblicazioni si ricordano i libri:

Speculum peccatorum, Liguori, Napoli 1990, che ha ricevuto la segnalazione dell’Istituto per le Scienze Religiose di Bologna, diretto dal prof. Giuseppe Alberigo, come miglior libro storico-religioso uscito nell’anno;

Giubileo Giubilei, Roma, RAI-ERI 1999, che ha ricevuto la Menzione di Merito Grande Giubileo del 2000 del Premio Internazionale Ostia-Mare di Roma;

Le Porte della storia. L’età moderna attraverso Antiporte e frontespizi figurati, Roma, Viella 2012, che il 6 ottobre 2012 ha ricevuto la segnalazione speciale del Premio Elsa Morante, Procida Isola di Arturo.

Su Procida, sulla cui documentazione ha lavorato durante i tre anni di Dottorato, ha scritto vari lavori, tra cui:

L’esile traccia del nome, Storie di donne, storie di famiglie in un’isola del Napoletano tra età moderna e contemporanea, Istituto Universitario Orientale, Liguori, Napoli 2001