Va sempre ricordato che essere donna non dà certo garanzie per una bella politica. Le donne possono essere portatrici di un cambiamento radicale solo se sanno individuare e aggirare tutti quei comportamenti e quelle scelte che le omologano al già visto di regia maschile. Dopo il primo scatto, una battuta d’arresto. Così, per le donne, continua la strada in salita. Ad apertura dei lavori la scelta del 50 &50 aveva fatto ben sperare se non altro per l’impatto simbolico. Nove ministre e nove ministri avevano avuto l’apertura delle prime pagine.
Nel giro di una settimana la percentuale però è stata diluita fino ad arrivare al 27%; siamo a 17donne su 62 nominati.
A questo primo scoglio, da non sottovalutare – visto che ci si appresta a discutere la nuova legge elettorale – si intravedono anche possibili insabbiamenti del vascello Renzi.
Sottosegretari e viceministri sembrano essere stati eletti più che per le loro capacità per la necessità di occupare caselle necessarie a garantire funambolici equilibri. Una navigazione a vista per evitare pericolosi scogli? Una scelta per procedere più velocemente ? Tutto da verificare.
Qui, purtroppo , strategia e tattica si confondono. Ma vediamo perché.
Così facendo il vascello Renzi , appesantito da queste scelte, rischia l’insabbiamento nelle paludi dei veti incrociati. Pantano e bonaccia sono dietro l’angolo. Servono dunque nuove virate, audaci spiazzamenti. Sicuramente inutili semplici battute.
Rivolto ai nuovi eletti questo insolito capitano esordisce dicendo: “andate a festeggiare, ma con i vostri soldi”. Perché questa frase? Un avvertimento? Prima, questi signori con quali soldi festeggiavano i loro ingressi nelle stanze del potere? Una battuta o un monito per dire – vi ho eletti ma vi sto con fiato sul collo -. Faticoso tenere la rotta.
Ma torniamo alla presenza delle donne in questo governo. Certo, sono più di quelle in Parlamento, ma meno, molto meno di quelle richieste dal movimento.
Su questo punto va sempre ricordato che essere donna non dà certo garanzie per una bella politica. E qui non posso che essere d’accordo con l’articolo di Monica Lanfranco “Fotografie storiche di un’ emancipazione triste”.
Le donne possono essere portatrici di un cambiamento radicale solo se sanno individuare e aggirare tutti quei comportamenti e quelle scelte che le omologano al già visto di regia maschile.
Ma, intraprendere nuove strade, percorsi non conosciuti fa paura. Così, molte donne scelgono l’ovvio, il predefinito…Mettono un piede dietro l’altro, non osano movimenti a zig zag, capaci di far loro evitare inciampi in emancipazioni stereotipate.
E’ il caso della Senatrice Roberta Pinotti – come riporta Monica Lanfranco – che preferì come Presidente della Commissione difesa, all’allora Senatrice Lidia Menapace, quel De Gregori oggi sotto processo per aver accetto il mercato dei parlamentari, reato contro il quale anche il Senato si è costituito parte civile. Una vecchia signora con molti lustri alle spalle rottamata da una giovane donna nata solo pochi lustri fa.
E, che dire -poi- di Francesca Barracciu indagata per corruzione in Sardegna. Forse non era il caso di aspettare un giudizio di proscioglimento dalle accuse prima di nominarla come Sottosegretaria alla Cultura. Perché non nominare la direttrice del MART (museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto) Cristina Collu?
Altro possibile scoglio contro cui il vascello potrebbe incagliarsi.