La mattinata spesa a guardare il mercato del mio nuovo quartiere come se fossi una turista è stata bella – e intanto familiarizzavo con la bizzarria delle architetture: i piemontesi giunti a Roma alla fine dell’Ottocento hanno proiettato sulle facciate delle loro case sogni europei e fantasie di decoro piccoloborghese e fiducia, fiducia, fiducia.Spaesamento da turista per vivere la rinascita di un proprio habitat: mi succede sempre, per le case che cambio, per i quartieri, per le città nelle quali ho abitato. Tante. E per i miei viaggi.

Ma quando ho aperto la mia posta sono finita in {{un forum (quello di Aprileonline)}} nel quale una filza di “militanti” lanciano insulti pieni di fierezza e adorni di simboli-patacca a proposito del congresso di un partito: Rifondazione comunista. Per me, una verifica della mia estraneità, qualcosa che conosco bene. Questa volta sul suo versante più amaro., desolato.

E allora sono andata a cercare e a rileggere {{un articolo di Rossanda sul Manifesto del 7 giugno}}. Dedicato allo stesso argomento, allo stesso congresso. Puntuale, informato, rispettoso. Come sempre. E forse anche pedagogico, là dove accenna ai sentimenti, all’asprezza del conflitto …nobilitando questa parte d’ombra, diciamo così, grazie a un linguaggio che non ha nulla a che vedere con quello usato nel forum che mi ha abbattuto.

{{Eppure…}}

Resto convinta che la mia impossibilità a frequentare un partito (da molti anni ormai) ha a che vedere con la distanza siderale tra la materia della quale un partito degno di questo nome tratta (l’analisi della società e del momento storico e dei poteri in campo per cambiare il tutto in qualcosa di meglio) e l’immutabile barbarie dei rapporti umani che si scatena ogni volta che c’è da decidere, da scegliere, o anche solo da precisare. certamente il mio è un limite, ma forse che, per fare politica, occorre non avere limiti?

Segno, quell’abisso, che dal lato delle analisi, del pensiero, c’è {{molta idealizzazione, molto idealistico autocompiacimento}}, mi dico. E l’idealizzazione occulta e fa marcire la barbarie delle relazioni. Da femministe questo avevamo provato a dire. Ma siamo state sconfitte. E non smetterò mai di chiedermi il perché e il come. Oggi però mi ha colpito soprattutto altro: i militanti scatenati del Forum accusano, insultano e cercano di “espellere il nemico” (cioè di farlo fuori, sia pure simbolicamente) con lo stesso atteggiamento e linguaggio delle campagne mediatiche che hanno preceduto, in Jugoslavia, le secessioni e la guerra. La posta in gioco è l’identità: qui storico-politica, là storico-etnica. L’identità intesa come patrimonio immarcescibile, ereditato dalla nascita. Ma sì, ripetiamolo: l’identità virile del guerriero che si batte per la sua patria ideale.

E di nuovo, {{su questa maniacale e depressa rivendicazione di identità il femminismo ha avuto e ha qualcosa da dire}}. Rossanda lo sa bene, e infatti è come se chiamasse le donne di Rifondazione a dire la loro, a “uscire dal silenzio”. A fare loro l’analisi e la proposta.

Ma se non lo fanno, un motivo ci sarà, mi dico. {{Ci sarà un motivo, se altre donne stanno alla larga e passano le mattinate al mercato, invece che nei congressi dei partiti.}} Qualcosa che ha a che vedere col tempo, con le sue occasioni – che non si ripetono. Mi torna sempre in mente l’elogio della stupidità di Adorno, la descrizione della lumaca alla quale qualcuno si ostina a toccare le antenne: lei le ritira ad ogni colpo, e poi di nuovo le estroflette, ma ogni volta sempre meno e sempre più lentamente. Finchè non le mette fuori più.

L’urgenza, la necessità di avere formazioni politiche all’altezza del disastro italiano è sotto gli occhi e le antenne di qualsiasi lumaca. Ma sarà bene che chi non passa le mattinate al mercato, chi organizza congressi di partito, per intenderci, si renda conto che ogni sforzo analitico può essere inutile, {{se non viene analizzata questa maledetta radice della passione politica}} e se non si chiama esplicitamente a soccorso chi ha imparato a svellerla. Donne, tante. E uomini, eventualmente.

Se non lo si fa, significa che questo Paese è molto più di destra di quanto non dicano i risultati elettorali .