Prato – Arte contemporanea-  Centro Pecci

Il giorno dell’inaugurazione della mostra MARK WALLLINGER MARK il 23 febbraio 2018 alle ore 18,30  Cristiana Perrella, direttrice del Centro Pecci presenta  la prima mostra personale in Italia   dell’artista  inglese  Mark   Wallinger,   nato nel  1959   a Chigwell.  E’ uno dei   più importanti  artisti   contemporanei attivi   nel Regno   Unito.   Noto per   la sua ricerca  sul tema dell’identità e per aver indagato fin dagli esordi della sua carriera  i concetti di potere, autorità, inganno e illusione.  L’artista utilizza   una grande varietà di mezzi espressivi,   spaziando tra pittura, scultura, fotografia, video, installazione, performance e arte pubblica.  Dopo   una prima candidatura nel 1995,   nel 2007   Wallinger   ha vinto il Turner Prize con l’installazione   State   Britain,   una replica fedele del presidio  di protesta   messo in atto  in Parliament Square a Londra   dal  l’attivista  e   pacifista   Brian Haw.

Al Centro Pecci saranno esposte le opere più significative delle varie fasi della carriera di Wallinger,   offrendo   così la possibilità  al pubblico   di comprendere   la sua  pratica artistica.  Il percorso espositivo inizia con   Ecce Homo  (1999  –  2000  ),  la prima scultura  di arte contemporanea ad aver   occupato il  piedistallo   storicamente   vuoto   di Trafalgar Square a Londra.

Ecce Homo

La figura   di un perseguitato  tormentato da una corona di spine  rappresentava un interrogativo provocatorio nel suo contrasto con le altre   statue presenti nella piazza,  in pietra e bronzo,  che simboleggiano  i princìpi di una nazione.   Ecco l’uomo,  circondato dal dubbio, in attesa del   verdetto finale in risposta alla domanda “È  un comune mortale o vivrà in eterno?”.

In  Passport Control   (1988), una serie composta dagli ingrandimenti di alcune sue fotografie di passaporti   rielaborate   con  scarabocchi di pennarello e bianchetto, Wallinger affronta direttamente le questioni relative   agli stereotipi razziali e culturali. Un lavoro lungimirante,   se si pensa ai recenti sviluppi geopolitici e   alla  crescente paranoia associata ai confini internazionali.

Gli   id Paintings  (2015  –  2016), sviluppati a partire dalla numerosa serie dei Self Portraits, rimandano al corpo   dell’artista stesso: la sua altezza, sommata al  l’ampiezza delle  sue  braccia spalancate, determina  infatti le   dimensioni della tela.  Wallinger  adotta delle pose simmetriche, in modo che i gesti sulle due metà della   superficie pittorica  siano speculari, rimandando alla simmetria bilaterale dell’  Uomo vitruviano   di Leonardo da Vinci, ma anche alle macchie del test di Rorschach.

Realizzati distribuendo i  l colore sulla tela attraverso i  movimenti  spontanei   delle mani intinte nella vernice, gli   id Paintings  costituiscono la testimonianza del gesto   alla base della loro creazione e del confronto   fisico   dell’artista con la superficie pittorica. Nel  riconoscere  forme e  figure  differenti sulla superficie,  ogni  spettatore rivela le proprie preferenze e inclinazioni mentre cerca di interpretare   quelle  dell’artista.

Nella   variegata   serie   Self Portraits  (2007  –  2015)   l’artista prende la lettera maiuscola “I  ” (“IO”),  il   pronome   personale  inglese  che ognuno utilizza per riferirsi a   sé  stesso,   e cerca di estrarne un  a forza   espressiva; allo   stesso modo in   Self  (Symbol)  2017, la   stessa   “I” maiuscola nel   font  Symbol è espansa fino a diventare una   statua tridimensionale della stessa altezza di Wallinger.  La presenza dell’artista si avverte chiaramente anche   in altre  due opere.

In   Shadow Walker   (2011),   Wallinger   ha ripreso  la propria ombra che   gli si staglia davanti  mentre cammina per le strade di Londra,   ipotizzando un’esistenza autonoma della sagoma,   “ reale  ”  tanto quanto   il   corpo dell’artista che l’ha originata.

In  MARK  (2010), Wallinger   ripete  in vari luoghi della città di Londra  il titolo dell’opera,  inscrivendolo   ripetutamente   con un gessetto  all’interno della misura standard di un mattone .   Un  ’operazione di tagging   imperturbabile   viene riproposta attraverso uno slide  –  show di fotografie in cui   la scritta   MARK   appare  nel   medesimo punto di fuga prospetti  con  2265 immagini.

The Unconscious   (2010) è  un’installazione  costituita da enormi ingrandimenti di fotografie  digitali,  trovate   dall’artista  online,   che ritraggono delle persone a  ddormentate sui mezzi pubblici.   Alle immagini manca la   solidità delle fotografie in alta risoluzione, come se i loro soggetti stessero   a poco a poco   scivolando  via  dalla   dura realtà del mondo dei trasporti pubblici, portati alla deriva da  interferenze che emergono protettive dalla   dimensione del sonno.

Pietre Prato  (2018)   è una   nuova opera site  –  specific   realizzata  per la mostra. Le pietre   numerate a mano con  il   loro intrinseco   contrasto tra il lavoro dell’uomo e la monumentale scala tempo  rale della geologia,   convogliano riflessioni   sulla  mortalità e sulle liste degli scomparsi e   degli ignoti.  A chiudere il percorso espositivo vi sono due imponenti   video  –  documentazioni.

Construction Site  (2011)   segue le operazioni di tre operai edili intenti ad erigere sulla spiaggia una torre di impalcature perfettamente   allineata all’orizzonte, che, una volta completata,   viene smantellata e   riassemblata da capo.

In   Sleeper  (2004) l’artista, indossando un costume da orso, percorre   per tutta la  notte gli immensi spazi deserti della   Neue Nationalgalerie  di Berlino.

MARK WALLLINGER MARK  è una mostra itinerante   che è stata  ospitata   precedentemente   presso  il   Serlachius Museum di   Mänttä in   Finland  ia (2016),   il  The Frui  tmarket Gallery  di   Edimburgo e il   Dundee   Contemporary Arts di Dundee in   Scozia  (2017).

La mostra MARK WALLINGER  MARK  allestita al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci  sarà visitabile dal 24. febbraio  al   3 giugno 2018.  Inaugurazione si tiene il 23   febbraio  alle ore  18,30 . Viale della Repubblica 277, 59100   Prato 

Mark Wallinger in conversazione con Cristiana Perrella, direttrice del Centro Pecci  alle ore 19.30

Orari  :   dal martedì alla domenica  11 –  23  ,  chiuso  il lunedì  Biglietti  :   intero  €   10, ridotto  €   7  Mostra realizzata da  :  Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci/  Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana 

Catalogo pubblicato da:  Serlachius  Museum, Mänttä, Finland  Dundee Contemporary Arts,  Dundee, Scotland  The Fruitmarket Gallery,  Edinburgh, Scotland  In   collaborazione   con il  British Council  Partner energetico: Estra  S.p.A  Tutte le iniziative del Centro Pecci sono sostenute dal Comune di   Prato e dalla Regione Toscan