La nascita di un figlio oggi rappresenta un evento che può generare una condizione di nuova povertà ed esclusione sociale? Può aggravare le condizioni di famiglie già povere ed emarginate? Quali sono i fattori di rischio e quali sono le azioni realizzate nel nostro paese per prevenire e contrastare questo fenomeno? Queste sono solo alcune delle domande a cui ha provato a dare risposta il progetto “Povertà e Nascita – Un osservatorio sulla povertà delle famiglie alla nascita di un figlio” realizzato dall’Associazione “Il Melograno, Centro Informazione Maternità e Nascita” di Roma con il finanziamento della Commissione Europea e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in occasione del 2010 – Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale.

I risultati di quasi un anno di lavoro – presentati nell’ambito del Seminario in corso il 27 e 28 gennaio presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con la partecipazione di operatori ed esperti del settore – restituiscono {{un quadro preoccupante }}della situazione in cui ancora oggi versano molte famiglie italiane.

“Questo progetto nasce dalla considerazione, maturata nell’esperienza trentennale che l’associazione “Il Melograno” ha in questo settore, che troppo spesso l’attenzione che oggi viene data all’evento nascita rimanga ancora fortemente circoscritta ai soli aspetti medico-sanitari; esistono però altre dimensioni della nascita che se sottovalutate o peggio ignorate rischiano di avere conseguenze negative nelle famiglie. – ha dichiarato {{Raffaella Scalisi,}} psicologa e responsabile del progetto – per questo abbiamo voluto accendere un riflettore sul momento che vivono le famiglie alla nascita di un bambino e su quali sono i servizi e le esperienze messi in atto in tutto il territorio nazionale per valorizzare e sostenere le responsabilità familiari nei primi periodi dopo la nascita di un figlio.”

{{Il quadro }}

I recenti Rapporti della Commissione di indagine sull’esclusione sociale registrano ad oggi una crescita del fenomeno povertà nel nostro paese. Le famiglie classificate al di sotto della soglia di povertà relativa (spesa media mensile per due persone inferiore a 999,67 euro) sono state nel 2007, 2 milioni e 653mila; nel 2008 sono cresciute di 83,000 unità arrivando all’11,3% delle famiglie residenti nel nostro paese. Nel 2009 questa percentuale è scesa al 10,8% ma ha visto ampliarsi la fascia delle famiglie considerate a rischio. Una zona di contiguità dove nel 2009 ricadeva il 3,7% delle famiglie italiane, tra i soggetti più esposti all’andamento negativo del ciclo economico per i quali una variazione anche minima dei livelli di reddito può comportare l’ingresso nello stato di indigenza. La geografia del fenomeno inoltre conferma un profilo in cui la povertà continua a concentrarsi nelle regioni meridionali (nel mezzogiorno si trova più dei due/ terzi delle famiglie indigenti).

In questa situazione la venuta al mondo di un nuovo componente è un evento che può generare una condizione di povertà ed emarginazione sociali o aggravare le condizioni di famiglie già povere ed emarginate, influenzando negativamente lo sviluppo del bambino (secondo l’indicatore sintetico europeo di disagio economico nel 2009 una famiglia italiana percepiva almeno tre forme di deprivazione materiale segnalando tra tutte: il non potersi permettere una settimana di ferie lontano da casa, 40,4%; non riuscire a sostenere spese impreviste per 750 euro annui , 33,3%; un indicatore che si conferma più elevato tra le famiglie con cinque o più componenti, residenti nel mezzogiorno e tra le famiglie con tre o più minori.)

Considerando unicamente le spese per i beni necessari inoltre (casa, alimentazione vestiario) {{il costo di un figlio è decisamente lievitato nel corso del tempo.}} Nel suo ultimo rapporto, il Centro Italiano di studi sulla famiglia stima che il costo mensile di mantenimento di un bambino in termini assoluti per la classe di età 0-5 anni è uguale a 317 euro (3800 euro annui). A questa disponibilità economica va inoltre sommata una disponibilità di tempo per garantire i compiti di cura.

In ultimo va evidenziato che sono le donne ancora oggi a rappresentare i soggetti più esposti alle conseguenze sociali della povertà (le mamme povere con almeno un figlio minorenne sono l’8,73% delle mamme italiane.)

{{L’indagine: fattori di rischio e fattori di protezione}}

Alla luce di questo quadro il progetto ha voluto indagare, grazie all’aiuto di esperti del settore, quali sono i fattori di rischio che determinano più facilmente l’ingresso in povertà alla nascita di un figlio e quali sono i fattori di protezione che possono scongiurare questo pericolo.

-{{Fattori di rischio}}:

· {{la precarietà lavorativa }} costituisce il principale fattore di rischio; in particolare è la madre ad essere più vulnerabile, 1 donna su 10 esce dal mercato del lavoro per il proprio impegno diretto con i figli (Indagine ISFOL); da segnalare inoltre la variabilità dei tassi di occupazione femminile in Italia in base al ruolo in famiglia delle donne: se si considerano le donne tra i 25 e i 44 anni si passa dal 81% delle single, al 74,8% delle coppie senza figli, al 52,9% delle coppie con figli (dati Istat Famiglia in cifre 2010).

· {{ Condizione di solitudine dei genitori}}, il rischio di diventare poveri cresce quando la coppia non è supportata da reti informali di sostegno, né da un’offerta di servizi adeguata. E cresce ulteriormente quando viene meno l’unità della coppia, per via di una separazione o della perdita di uno dei due coniugi, che determina una condizione di estrema difficoltà nell’accudimento dei bambini.

· {{Condizioni di disagio sociale e/o abitativo }}che possono riguardare uno o più membri del nucleo familiare.

· {{Età dei genitori e livello di istruzione}}.

-{{Fattori di protezione}}

Per allontanare il rischio di povertà, sia economica che relazionale, sono necessarie politiche di intervento sociale ed economico, a vari livelli territoriali che possano generare una rete di protezione per i fattori di rischio sopra elencati.

· Incrementare la disponibilità economica delle famiglie

· Favorire l’occupazione femminile e condizioni di lavoro stabili e protette

· Promuovere la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi familiari

· Creare una rete di servizi adeguata che possa affiancare la famiglia nei compiti di cura

· Sostenere politiche di riduzione del disagio abitativo.

Da segnalare inoltre che per spezzare il ciclo nefasto della povertà risultano più incisive politiche che agiscono preventivamente e contestualmente sia sulla riduzione dei fattori di rischio, sia sul rafforzamento dei fattori di protezione. Inoltre, interventi di prevenzione e contrasto che fanno riferimento ad un sistema integrato di azioni su diversi livelli risultano più efficaci di quelli orientati in una sola direzione (ad es. solo sul versante economico.)

{{Lo stato degli interventi in Italia}}

Uno degli obiettivi del progetto era quello di mettere in luce e confrontare quanto di significativo viene realizzato per prevenire e contrastare l’impoverimento delle famiglie alla nascita di un figlio.

Per questo l’osservatorio ha censito e raccolto in tutta Italia 270 progetti (consultabili on-line sul sito www.povertaenascita.it ) e ha prodotto, con l’obiettivo di diffondere le buone pratiche e costituire patrimonio comune, un MANUALE (scaricabile on-line sempre sul sito www.povertaenascita.it ).

Associazione Il Melograno Centro Informazione Maternità e Nascita
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