La Normale di Pisa
La Normale di Pisa

Il direttore della Normale di Pisa, Vincenzo Barone, in un articolo pubblicato dal Corriere delle Sera dichiara alla giornalista Orsola Riva: «Nella nostra scuola 35 professori e solo 4 professoresse. Non si può andare avanti così. A parità di merito, sceglieremo le donne. Ma gli atenei italiani hanno le mani legate: non possono chiamare i docenti di cui hanno bisogno» In Italia su 81 rettori solo 6 sono donne.

Non si tratta dunque di quote rosa ma di dare spazio alla qualità professionale e le donne in questo non hanno nulla da temere essendo spesso le più preparate.

« noi diciamo – sottolinea Barone –  che, a parità di risultati, d’ora in poi sceglieremo la concorrente donna. Io, nel mio piccolo, ci ho sempre creduto. Non a caso il settore in cui insegno, la chimica, è l’unico in cui su due docenti una è una donna, Chiara Cappelli, peraltro l’unica in tutto l’ambito scientifico: chimica, fisica, matematica e biologia.  

Tra gli studenti abbiamo più donne che uomini. Poi, tra assegnisti e ricercatori, la percentuale diventa più o meno 50 e 50, mentre arrivando ai professori la disparità è totale. E questo a mio parere non è più accettabile. Io sono assolutamente convinto che l’equilibrio di genere faccia bene all’università perché ci vogliono visioni complementari. Ma il punto è che in Italia abbiamo le mani legate. Siamo l’unico Paese in cui un’università non può chiamare il docente di cui ha bisogno. Se mi serve un professore di archeologia etrusca, non posso stilare una shortlist di esperti e scegliere il più adatto alle mie necessità. Sono costretto invece a servirmi della graduatoria generale di archeologia redatta in base a criteri puramente quantitativi. Dietro questa scelta c’è la malintesa idea che, lasciati a noi stessi, faremmo chissà quali imbrogli.

Se poi dopo tre anni il docente o la docente che ho scelto non porta i risultati che mi aspettavo – conclude Barone – è giusto che ci sia una penalità, anche in termini di finanziamenti. Ma noi oggi questo non lo possiamo fare, perché la legge non ce lo consente. Perfino le Poste hanno maggiore flessibilità nella scelta dei dirigenti».».