Ancora una volta, questioni riguardanti il nostro corpo, la nostra sessualità,
vengono discusse ed dibattute da uomini. E purtroppo non può essere diversamente in un mondo in cui tutte le posizioni di potere sono strettamente mantenute da uomini.Ed anche il tema della relazione tra donne continua ad essere difficoltoso, e rischia di essere frammentato dalle storie di ognuna, non riuscendo a cogliere che, momenti di grande partecipazione, non sono e non possono essere, la somma delle storie di ieri, ma la domanda e il desiderio di partecipazione che, attraversano storie diverse ci chiedono di guardare in avanti.

E questo è accaduto anche sulla questione della pillola del giorno dopo.

Una {{grande solidarietà femminile}} si è intessuta attraverso quello straordinario strumento che è internet, così lontano dalla ricerca del consenso maschile tuttora legato a pratiche di potere.

Ma tanta {{partecipazione femminile si infrange contro il silenzio e l’assenza di una sintesi politica}} delle/ sulle nostre istanze.

La questione “pillola del giorno dopo” esplode all’interno di due rigide posizioni paradossalmente assunte da due uomini. {{Un direttore uomo}} che prevede la {{distribuzione gratuita del farmaco}}, {{un assessore uomo}} che {{blocca il provvedimento}}.

Un fiume in piena di dichiarazioni, prese di posizione ma, soprattutto, un mare di confusione invade le pagine dei giornali per qualche giorno e poi, tutto si blocca. Mi sono sempre chiesta {{a chi giova tutto questo?}}

Sicuramente {{non alle centinaia di donne}} che hanno sottoscritto il sostegno alla distribuzione gratuita del farmaco, ne’ a chi affronta il dramma di un rapporto che potrebbe rivelarsi a rischio, neanche a noi tutte che speravamo in un approccio certamente più laico su questioni che investono la parte più debole di donne e, ne’ tanto meno ai tanti medici consultoriali che sono quotidianamente a contatto con il disagio e la sofferenza.

È tutto silente.

Il terrore di sfiorare la sensibilità di qualcuno, la difficoltà ad operare
immaginando contesti diversi, l’incapacità ad affrontare situazioni diverse in
maniera diversa, blocca tutto. D’altronde {{meglio non fare niente che suscitare polemiche}}, è questo il mondo politico che abbiamo davanti

Serve parlare di {{risoluzioni della comunità europea che invita i governi membri ad operare e sostenere una sana politica di contraccezione}} anche ricorrendo ai farmaci per quella d’emergenza?, serve far capire che senza una buona legge sui servizi consultoriali, continuiamo a parlare del nulla?
_ Siamo sempre fermi a discutere sull’ emergenza, trasformando in terreno di scontro quanto invece andrebbe contestualizzato in una offerta di servizio pubblico che parta da uno studio della realtà.
_ Non si può giocare con una idea di donna che non esiste.

Come si può vergognosamente dire che, rendendo la pillola del giorno dopo gratuita, se ne farebbe un uso incontrollato o meglio un abuso?
_ {{Ma di che stiamo parlando?}}

Sono le stesse tristi argomentazioni addotte nei confronti dell’interruzione di gravidanza. Noi donne {{siamo stanche di giustificarci}} ed asserire ogni volta che è un momento triste, avvilente, che non avremmo mai voluto affrontare, spero non ci sia più nessuno che possa pensare il contrario.
Eppure siamo ancora costrette a giustificarci!

Per questo noi {{chiediamo una parola pubblica un confronto pubblico}} con chi ha la responsabilità di legiferare e decidere in questa materia.
Purtroppo sono per la maggior parte di genere maschile!

Chissà se un giorno, secondo la visione di Roberto Benigni, ci troveremo nel governo regionale a parlare di quote azzurre e, perché no, di distribuzione gratuita della pillola azzurra. Ma non ci si spaventi è solo la battuta di un comico.

{L’autrice è Presidente Commissione P.O. Regione Puglia}