Fino al 29 Marzo a Faenza (RA) presso la Libreria Moby Dick e’ possibile visitare la Mostra “ Le Piccole Argonaute”; i quadri di Luciana Ronchi raccontano i disagi,le ferite e le violenze subite dalle bambine nel mondo.{Che cosa fare delle nostre ferite? } E’ la domanda ma anche il titolo di un libro di Michela Marzano, pubblicato nel 2012; l’autrice e filosofa ci esorta ad accettare le nostre fragilita’ come parte integrante di noi stessi, solo a tale condizione potremo creare interazioni autentiche con chi ci circonda.
Le ferite sono anche le protagoniste dei quadri di Luciana Ronchi, pittrice ed illustratrice, che in questi giorni espone alla Libreria Moby Dick di Faenza (RA), trasferendo così la domanda della Marzano sulle sue tele a tinte pastello che rappresentano bambine dai corpi violati.

“{Piccole Argonaute}”, questo e’ il titolo della mostra,ci racconta, attraverso le opere esposte, il disagio, i soprusi e le violenze di cui le bambine nel mondo sono vittime quotidianamente.
Rese schiave,vendute e stuprate o fatte oggetto di scherno, assogettate a stereotipi culturali degradanti o forvianti, le future donne accumulano ferite o lacerazioni che compromettono spesso la loro esistenza e crescita futura.

L’assenza di istruzione, di libertà e di azione sono per certi Paesi prerogativa abituale e legale nei confronti delle bambine che nascono senza alcuna speranza di sfuggire ad un destino di degrado e violenza.
Una pittura di denuncia quella di Luciana Ronchi, artista impegnata fortemente nella testimonianza delle barbarie e dei soprusi perpetrati nei confronti delle donne.

Le “Piccole Argonaute “ sono ritratte con i loro corpi lesi, feriti e negati al divenire, alla crescita, corpi interrotti dalla violenza e dai disagi che incombono.
L’artista ci guida alla scoperta delle sue bambine violate in un’antologia biografica corredata di simboli e ricordi onirici.

Il colore è l’elemento chiave del lavoro di Luciana Ronchi,a tratti sembra prendere il sopravvento rispetto agli altri elementi divenendo il protagonista; toni pastello e tone sur tone costruiscono un patchwork cromatico che invita alla speranza.
Diviene cosi’, il colore, un “balsamo curativo” che attenua e protegge le piccole protagoniste, l’artista si dispone alla cura non potendo evitare la cruda realta’ della violenza.

Come per la Marzano, anche Luciana Ronchi suggerisce la via della convivenza con “i segni”che ci feriscono fin dall’infanzia e pone il sentimento della cura e la protezione come elementi indispensabili per l’accettazione di se’.