La sentenza del processo per stupro svoltosi a L’Aquila il 31 gennaio cambia l’imputazione di tentato omicidio in lesioni personali gravi, condannando a 8 anni l’ex militare responsabile di aver violentato fuori da una discoteca di Pizzoli (L’Aquila) ed aver poi abbandonato ferita sulla neve una ragazza di 21 anni di Tivoli. I giudici hanno modificato il capo d’accusa di tentato omicidio in “lesioni personali gravi”.

Di seguito {{il comunicato dell’associazione 8 marzo di Tivoli}}, che aveva partecipato al sit-in davanti al Tribunale insieme con altre donne di associazioni dell’Aquila e di altre città.

“Alle 18:00,{{ quando è arrivata la sentenza}}, nel sentire che le aggravanti erano cadute, il gelo si è impossessato di noi…

Consapevoli del fatto che nessuna condanna esemplare potesse restituire a Rosa la sua vita, {{speravamo in un deterrente per chiunque ritenga di poter disporre a suo piacimento del corpo di un’altra persona}}. Pensavamo che, di fronte alla efferatezza di questa vicenda ci sarebbe stata più durezza e quello che ci ha indignato è stata {{l’ennesima conferma che il cammino verso la civiltà, nel nostro Paese, è ancora lungo e tortuoso…}}Non ci sono parole!

E di questo cammino lungo e tortuoso, siamo pronte a farci carico perché anche chi afferma che lo stupratore debba fare una brutta fine, afferma {{la stessa cultura di sopraffazione che ha mosso questo ragazzo}}
 
Noi siamo con Rosa e per Rosa ci siamo costituite come associazione ma {{la nostra lotta non finisce qui.}}
La consapevolezza di essere ancora lontani, come società,  da una cultura paritaria ci spinge ancora a combattere
 
Avevamo creduto che affidarsi alla giustizia potesse farci sentire, almeno sostenute e protette, tutelate. Invece, per l’ennesima volta, abbiamo dovuto toccare con il nostro dolore e la nostra rabbia che la cultura dominante ci ha scaraventate in mezzo alla strada, senza alcuna protezione o sostegno.
 
{{Ma noi non siamo vittime!}}
Siamo soggetti attivi e continueremo il nostro cammino verso questo riconoscimento.  
 
Perché è {{la giustizia che fa di un essere umano l’umano.}} 
E noi, questo chiediamo e rivendichiamo!
 
Non vendetta, ma giustizia.
Perché il reato di stupro venga accomunato all’omicidio, a prescindere.
Perché nessuno possa più dire impunemente: ” Se l’è cercata “”Poteva stare in casa” 
Affinché non ci siano più donne stuprate, picchiate, uccise…
 
{{Associazione 8marzo2012}}

{immagine da femminismoasud.noblogs}