Ma è un sogno – un brutto sogno – quello che sta succedendo oggi sotto i nostri occhi? E’ possibile che in Italia, a Roma, a Milano succedano cose
impensabili fino a pochissimo tempo fa senza che nessuno alzi una voce,
quantomeno esprima “forte preoccupazione”?

Qualche lamento gira sulla rete; ma sono lamenti che non riescono a trasformarsi in “voce pubblica”.
I fatti: Censimento fotografico e schedatura di Polizia per cittadini
Italiani questa mattina, 6 giugno, all’alba delle 5.00 presso il campo
comunale di via Impastato a Milano.

Si tratta di un campo regolare, i cui abitanti – in Italia e a Milano dal
1943 provenienti dalla Slovenia – risultano all’anagrafe del Comune in
quanto residenti a Milano. Quindi, si tratta di {{cittadini italiani}}; non
solo: tra i cittadini italiani del campo c’è anche chi ha patito la
persecuzione nazifascista con l’internamento in campo concentrazione e chi ha meritato la medaglia d’oro al valore civile.

Tralasciando di commentare il metodo: alle 500 del mattino, cogliendo nel
sonno bambini, anziani, come pericolosi criminali di cui si deve impedire la
fuga, ciò che più inquieta è che queste persone (e sottolineo il termine)
vengono schedati in quanto appartenenti ad un gruppo etnico.

Qualche sera fa Massimo Cacciari – a proposito della{{ vicenda per certi versi analoga che si sta verificando a Venezia}} nei confronti di un gruppo di cittadini italiani sinti residenti nel nostro paese da più di dieci anni – richiamava l’attenzione con grande preoccupazione su quanto possa essere pericolosa questa strada che richiama (e nessuno-nessuno può negare fatti di storia) accaduti purtroppo non molti decenni orsono.
_ {{ {Ricordare per non dimenticare} }} scrive Giorgio Bezzecchi.

Sono passati sessant’anni dalla promulgazione delle leggi razziali e dalla
pubblicazione della rivista {“La difesa della razza”} di Guido Landra e dei
primi rastrellamenti che sfociarono dopo un breve periodo di tempo in un
ordine esplicito di “internamento degli zingari italiani” in campi di
concentramento (Circ.Bocchini 27/04/41)

Per non dimenticare, ma anche per sapere che, legittimando queste procedure diventa difficile prevederne il processo.
_ {{Tutto in nome della sicurezza}}. Il tema della sicurezza oggi “impone” la
paura di schierarsi e quindi il silenzio.
_ {{Ma in nome della sicurezza non si possono ledere i diritti dei cittadini}}, di cittadini italiani regolarmente iscritti all’anagrafe della nostra città, che lavorano e mandano i bambini a scuola, come altri cittadini italiani (anche se non tutti…ricordate la questione della dispersione scolastica?), ma con il grave peccato originale
di essere etnicamente diversi.

Brividi…
_ Dobbiamo avere il coraggio di rifiutare questo opportunismo del
discorso pubblico, dobbiamo contribuire a far conoscere una realtà
assolutamente sconosciuta relativa ad una popolazione di 130-150000 mila persone, di cui circa il 50% ha la cittadinanza italiana con una quota
ampiamente sotto il 10% che pratica ancora qualche forma di nomadismo.

Come si fa a parlare di bullismo, di educazione dei piccoli e dei giovani
alla convivenza, alla solidarietà? Apriamo gli occhi e la bocca