Dal sito del Server donna di Bologna riprendiamo questo documento con il quale Raffaella Lamberti e Nadia Urbinati invitano le donne a prendere posizione in vista del modificarsi della scena politica per la
formazione di nuovi partiti, movimenti e schieramenti all’interno
dell’area di Centro Sinistra.Care Amiche, certo accade a molte di noi di trovarci davanti a più di un
documento e di una richiesta di presa di posizione in vista del
modificarsi della scena politica per la formazione di nuovi partiti,
movimenti e schieramenti all’interno dell’area di Centro Sinistra.
Ciò è parte di una fase di passaggio, che sembra interminabile, verso
una riorganizzazione degli attori politici che la crisi della politica
degli anni recenti ha lasciato spogliati di legittimitá morale e di
credibilitá come mai in questi sessant’anni di vita democratica era
accaduto.

L’invito rivolto alle donne a coinvolgersi e la promessa di spazi
offerti al 50% in organismi dirigenti o nelle liste per le candidature
alle primarie non è usuale. Sembra accadere infatti ciò che, per
esempio, non è avvenuto a seguito di tangentopoli e della crisi che ne é
seguita. Anche allora il bacino delle donne, come elettrici e come
candidate eleggibili, aveva caratteri di maggiore presentabilità di
quelli della classe politica al potere; eppure fu complessivamente
ignorato. Oggi la situazione sembra rovesciata tanto che pare si guardi
alle donne come a portatrici di valori e idee che possono ridare vigore
alla politica e favorire una ripresa di fiducia in essa.

Anche l’universo femminile pare animarsi da più parti sia in luoghi che
sono tradizionali della politica, come i partiti e la rappresentanza,
sia in luoghi che appartengono alle pratiche della presenza personale
attiva, come spazi dei femminismi, associazioni, scambi di opinioni tra
cittadine. Anche chi mantiene distanza dal processo in atto s’interroga
su come possa passare una concezione differente dell’agire pubblico,
quella elaborata dal pensiero politico di donne in qualche secolo di
storia, e su come possa avervi cittadinanza il significato stesso
dell’essere uomo e donna.

Il nostro non è che uno degli inviti che pervengono da donne, un invito
alla riflessione ma anche al chiarimento sul ‘che fare’. Noi che
scriviamo, abbiamo preso posizione a favore della proposta di Legge di
iniziativa popolare sul 50E50, la formula che l’UDI nazionale ha
individuato per affermare con chiarezza la formulazione di una
{cittadinanza duale}. Una formula acquisita nella consapevolezza della
distinzione tra cittadinanza formale o giuridica e cittadinanza
materiale o politica. Sappiamo anche che le democrazie sono forme
dell’agire che danno voce alla nostra vita concreta di donne e uomini e
aprono lo spazio pubblico al nostro giudizio situato che interpreta il
bene generale da punti di vista diversi e locali. E’ in quest’ultima
dimensione, che é la dimensione politica per eccellenza, quella nella
quale idee e agende si formano, che molte donne vogliono essere presenti
con un’iniziativa e una voce diversa, non minoritaria.

Anche a proposito del 50E50 non vi è unanimità femminile e unanimità non
c’è davanti a chi, donna, decide di giocare la propria storia e il
proprio desiderio in una gara aperta di leadership.

Ecco perché, come altre, crediamo che l’obiettivo principale non sia
solo quello delle prese di posizione a favore della presenza numerosa di
donne o quello di uno schieramento a favore di una candidata, cose che
ci vedono comunque favorevoli, ma sia un confronto che entri nel merito
con donne che entrano nel merito. Giungere a formulare una piattaforma,
un’agenda politica di donne che contribuisca alla definizione del bene
comune e di un agire politico democratico condivisibile da uomini e
donne ci pare strada da intraprendere.

Vi sono questioni attorno a cui — dalle politiche in ordine ai corpi
alle normative che intendono regolarli, dalle nuove forme di povertà
alle nuove presenze femminili nel lavoro, dalla presenza nella politica
viva a quella nelle istituzioni, dalle disuguaglianze crescenti a nuove
forme di giustizia globale, dai conflitti faccia a faccia a quelli delle
guerre preventive -, il pensiero, l’esperienza, le pratiche femminili
hanno prodotto saperi e azioni volti alla libertà, alla giustizia, alla
nonviolenza, alla convivenza.

Non si tratta di pensare /un nuovo soggetto politico/, molto si è mosso
nell’arco degli ultimi tempi e spazi e soggetti nuovi si sono prodotti e
si producono accanto ad altri che si mantengono. Piuttosto, si tratta di
/un libero confronto deliberativo/ la cui unica garanzia e regola sia
quella dell’ascolto e del rispetto delle posizioni di chi vorrà
presentarsi al confronto tra concezioni e opzioni simili o diverse. E’
pratica di democrazia praticata che abbiamo affrontato con piacere e
costrutto in passato a diversi e più circoscritti livelli, ma che
riteniamo possibile per traguardi più ambiziosi.

A noi pare tempo di proposta, di proposte. Ed è questa l’iniziativa che
prenderemo a settembre invitando chi vorrà a ragionare con noi.

di Raffaella Lamberti e Nadia Urbinati
(Scritto il 27 luglio 2007)

{{Hanno aderito}}:

– Raffaella Lamberti
– Nadia Urbinati
– Marianella PB Sclavi
– Fernanda Minuz
– Marzia Vaccari
– Elda Guerra
– Federica Fabbiani
– Maria Grazia Negrini
– Elena del Grosso

{{Per adesioni}}: inviare una mail con nome e cognome a adesioni@women.it