Le donne dell’UDI Romana La Goccia scrivono alle iscritte della loro associazione  e alle donne dei sindacati

L’ennesimo episodio di violenza su una ragazza uccisa in modo orrendo ci sconvolge perché ancora una volta una donna è oggetto di possesso violento da parte di chi avrebbe dovuto amarla.

Ancora di più ci sconvolge perché il crimine è stato compiuto da un giovane uomo che rivestiva la qualifica di guardia giurata, che quindi per servizio doveva contribuire a garantire la sicurezza di concittadini ma ha rivelato invece l’istinto primitivo, bestiale di quello che non può tollerare la frustrazione dell’abbandono, in questo non diverso da altri uomini violenti nonostante il livello culturale e la professione.

Al di là della condanna a pene più o meno pesanti per un omicidio che non si può evitare di presumere premeditato, e nella fiducia nelle istituzioni che presiedono alla sicurezza pubblica, non possiamo che auspicare e impegnarci tutte e tutti, stato e cittadini, in un’opera di educazione che insegni il rispetto verso la donna, per costruire una società in cui ognuna/o si senta più responsabile di ciò che accade intorno a noi. (4 Giugno 2016)