Non mi piace scrivere, fatico a trovare le parole, e poi i ricordi mi mettono tristezza, belli o brutti che siano, e ancora di più mi procura insofferenza il raccontare cose. E poi a chi, e perché, esporre in forma scritta fatti veri o immaginari, che non sono nel loro svolgimento temporale, e che non includo di solito di verità, ma stavolta, mi tocca scrivere. Raccontare o meglio dire, ricordare Marina Pivetta, non si può non fare. Non solo perché Marina ci ha lasciate, ed è giusto restituirle ciò che lei ci ha donato, un comune vissuto, ma anche per quello che ci ha dato, una firma, di “valore” e soprattutto per il vuoto che ci lascia.

Il racconto. C’era una volta un gruppo di donne “bizzarre” perché originali e strane; fantastiche, stravaganti e capricciose perché disturbate, si potrebbe dire, personalità borderline: io, Mariuccia (Masala), Patrizia (Melluso), Pina (Coppola) e Lucia (Mastrodomenico) che pensano di fare una rivista di politica e cultura delle donne a Napoli. Poi la realtà ci appare per quella che è, e prendiamo atto che nessuna di noi aveva la qualifica di giornalista ovvero non potevamo firmare da “direttora responsabile” il trimestrale pensato, elaborato, seguendo le procedure amministrative e giuridiche previste. Inoltre non avevamo titoli accademici e/o giornalistici, la sola Mariuccia si cimentava a lavorare come pubblicista. E quindi un’autoferrotranviera, un’impiegata del Comune di Napoli, una funzionaria di partito, in uscita, una commercialista e un’operatrice sociale si pongono la domanda: “Che fare?”.

L’idea e la proposta viene da Mariuccia, perché non coinvolgere Marina Pivetta? Marina aveva un profilo politico-culturale perfetto per me, per Patrizia, bisognava convincere Lucia e Pina. Lucia fu subito affascinata dall’aria “contadina” di Marina; Pina dalla sua sapiente pazienza. Detto fatto. Interpellata, e con la sua solida generosità Marina accetta di firmare, nasce “Madrigale”. Direttora responsabile Marina Pivetta.

Il resto è una continua condivisione di lotte e di polemiche politiche. Nella redazione Angela (Putino) e Giovanna (Borrello) che erano nell’Università ma intimamente contro i metodi dell’accademia, Cinzia (Mastrodomenico), Anna (Avitabile), le cugine Anna e Nadia (Nappo), infine, la redazione viene arricchita da alcune giovani donne di Napoli, di Avellino e da Luisa (Cavaliere).

Quanto abbiamo parlato, quanto abbiamo polemizzato, ma soprattutto quanto abbiamo riso e quanto ci siamo divertite.

Un gruppo di diavolette o se volete, donne con il diavolo in corpo. Inaddomesticate e inaddomesticabili per dirla alla Putino. Abbiamo macinato chilometri, ingoiato bocconi amari, situazioni che ci hanno esposto a figure di merda. E tutto ciò stato è stato possibile perché animate da una stessa, potente passione che ognuna ha coltivato, praticata, inseguita, agita a suo modo. Questa passione si chiama POLITICA, o meglio ancora Politica delle donne che si è manifestata in modo spietato, ma ci ha fatto vivere, divertire, ballare e scrivere.

E allora, cara Marina con Sant’Agostino ti dico che, se: ”Coloro che ci hanno lascati non sono degli assenti, ma sono solo degli invisibili: ovvero tengono i loro occhi pieni di gloria puntati nei nostri pieni di lacrime”, dopo questo ulteriore grande dolore, sappi che con Mariuccia, Lucia, Angela e Pina ci hai, mi hai, donato gli anni più belli della mia vita…Grazie e ciao.