Di Marina Pivetta in questi giorni sono state dette tante cose. Come accade per tutte le “belle” persone, lei è stata per ciascuna di noi una persona diversa, rimanendo autentica, con tutta la sua ricchezza di interessi, di sensibilità, di affetti.

Per me, prima di tutto è stata una compagna di militanza politica, in uno dei gruppi della sinistra extraparlamentare (e poi nel partito che da questo era nato), a cui abbiamo dedicato buona parte della nostra giovinezza. Mentre un’intera area politica si stava sbriciolando, mentre si logoravano i rapporti politici fra compagni, si rafforzava il rapporto fra noi, e con altre compagne con cui avevamo condiviso quell’esperienza. Marina diceva, citando De André, che i nostri compagni stavano “giocando a palla con il loro cervello” mentre alcune di noi cercavamo di farlo funzionare al massimo per affrontare i problemi, per gestire i conflitti in maniera non distruttiva.

Poi c’è stato Il Paese delle Donne. Per lei l’ennesima “invenzione” giornalistica, l’ennesima testata fondata per dare voce “a tutto quello che le donne fanno, pensano, dicono”; per me l’occasione per dare senso alla mia voglia di raccontare le azioni e i pensieri delle donne con cui cercavamo di cambiare il mondo.

Il Paese delle Donne – diceva Marina – è come un acquedotto, riceve acqua dalle fonti, dalle donne, dalle associazioni che ci mandano notizie e resoconti, per distribuire quell’acqua alle tante altre donne che in questo modo si sentono e sono vive. Ma il Paese è anche – diceva sempre Marina – come un portico, aperto ma riparato, in grado di sentire il vento e la pioggia, ma anche di difendersi dalle bufere.

Mi sono sentita parte dell’acquedotto, mi sono sentita al riparo sotto il portico per molti anni. Poi varie vicende, personali e non, mi hanno fatto abbandonare l’attività giornalistica. Ma con Marina è rimasta una profonda amicizia, di quelle punteggiate da incontri radi, in ciascuno dei quali però si ricomincia a parlare come se ci si fosse lasciate il giorno prima. Per tutto questo, mi mancherà.