In una lettera diffusa dalle Donne in nero, le motivazioni a partecipare anche quest’anno alla marcia della pace, chiedendo di portare oltre alle bandiere arcobaleno anche quelle palestinesi “per ricordare e mostrare che il popolo della pace non abbandona un popolo che soffre di una occupazione militare violenta”.Andrò alla Marcia Perugia-Assisi del 25 ed anche al meeting del 23 e 24, come persona e come Associazione per la Pace. Non solo per tradizione perchè ci vado da anni e anni, ma perchè amo sentirmi tra persone tanto diverse e colorate, che aspirano alla pace, alla giustizia e cercano di praticare la nonviolenza e che lo esprimono quest’anno anche ricordando Aldo Capitini, il suo pensare ed il suo agire, fuori dal coro.

Chiederò e chiederemo di portare {{tante bandiere palestinesi, anche se la bandiera che amo è quella dell’arcobaleno}}. Ma per ricordare e mostrare che{{ il popolo della pace non abbandona un popolo che soffre di un occupazione militare violenta }} che toglie ogni libertà e sempre più resiste con una lotta popolare nonviolenta.

Non mi ritrovo in molte opinioni e posizioni di persone o organizzazioni che marceranno (spero però che a marciare siano davvero tanti e tante), ma so che sono {{persone che vogliono agire per la giustizia, per la pace. }}

So anche che per quasi tutti e tutte la Marcia Perugia -Assisi non è solo una festosa camminata e diciamolo pure faticata, ma persone che nei loro luoghi sono nel volontariato, nel lavoro con gli immigrati, nella solidarietà.
Persone nobili e belle, ({{non parlo di tutti}}, tantomeno di quelli che pur dicendo di essere per la pace fanno la guerra o decidono o hanno deciso l’intervento dell’ Italia).

Ritengo il settarismo e l’intolleranza uno dei mali peggiori dei nostri movimenti o partiti o individui e del resto così contradditorio con chi esprime poi invece la necessità di lottare per un mondo privo di sfruttamento, di povertà e di guerre (so che non lo raggiungeremo mai, di sicuro io che sono ormai più che settantenne, ma vale la pena lottare).

Penso anche che dovremmo chiederci costantemente perchè non riusciamo ad organizzare {{ una resistenza popolare nonviolenta che sia capace di trasformare la cultura della guerra}} che è tornata prepotente nelle notsre vite?

E poi in molte affermazioni sento solo astio, rancore, non voglia di capire e operare per il cambiamento anche di chi organizza la marcia Perugia-Assisi, ma solo di condanna, puntare il dito. Non certo una cultura della nonviolenza.

Non ho molto tempo per scrivere, sono appena tornata dalla Palestina dove ho insieme al Comitato italiano di Contratto per l’Acqua organizzato la Carovana per il diritto all’ acqua e il diritto alla vita e adesso devo fare altre cose, ma vorrei davvero che il 25 Settembre la manifestazione fosse il più grande possibile, per unirci e sentirci insieme per dire che la guerra, la violenza, la povertà, l’ingiustizia devono essere fuori dalla storia.
Un abbraccio a tutte e tutti.

{{
Luisa Morgantini}},
Associazione per la Pace