Fatti e riflessioni attorno a donne italiane, turche e cattoliche

1) {{Donne italiane}}: le donne hanno superato i maschi nelle elezioni amministrative, dopo le solite dicerie (“le donne non votano le donne”) e l’ideologia delle “quote”.
{{Bastava la doppia preferenza}}….

2) {{Donne turche}}: che cosa scommettiamo che anche a Istambul questa protesta verrà ricordata come ecologica (“salviamo 800 alberi”) o laicista (“ci faranno una moschea”) o anche anticonsumista (“ci costruiscono un supermercato”)? Non c’è più {{traccia nei media }} della reazione di donne e giovani contro il divieto di bacio nelle strade e le minacciate “velature” delle donne. Come se il primo problema non fosse la violenza sessista: alla fine dello scorso anno una deputata ha scandalizzato il Parlamento mostrando sul suo corpo le lividure delle botte maritali. E la giallista {{Esmahan Aykol }} dice (su Repubblica di oggi [14 giugno 2013]) che in Turchia “non è difficile essere scrittrice, ma essere donne…ogni giorno ne vengono uccise tre “.

3) {{Donne cattoliche (e non solo)}}: Papa Francesco è molto caro e dice cose entusiasmanti. Peccato che continui {{il culto dell’embrione}} tipico del maschilismo di un clero che, anche se non ha idee ben chiare su come nascono i bambini, dovrebbe rinunciare a chiedere a tutti i governi del mondo “la protezione giuridica” di ogni prodotto del concepimento. Pensare che le donne tentano di spiegare che cos’è la maternità “libera e responsabile” e che cos’è la violenza….