Mentre in Italia si spera nella possibilità di revisione delle linee guida della legge peggiore del mondo sulla procreazione assistita, la legge 40, per l’ottava volta, le associazioni che in ogni parte del mondo rappresentano chi soffre di infertilità (si calcola 1 coppia su 5), si sono riunite per discutere e confrontare leggi, strategie di comunicazione del problema e metodi di supporto ai pazienti.E, superfluo (o no?) sottolinearlo, l’{{Italia}}, presente a questa Conferenza Internazionale della ICSI (International Consumer Support for Infertility) di Lione si è distinta come il paese a {{più alto tasso di divieti}}, seguita a ruota dalla Svizzera, tuttavia meta di viaggi della speranza di molti italiani del nord che non riescono a diventare genitori.

Illuminante a questo proposito la presentazione di Conrad Engler, presidente della Fertility Europe, alleanza europea per la fertilità interna alla ICSI che mette, nero su bianco, le leggi e le situazioni europee a confronto.
_ E il cosiddetto {{turismo procreativo}}, fenomeno che riguarda paesi anche del nord Europa, dai quali si “emigra” soprattutto {{verso paesi, come la Spagna o la Repubblica Ceca}}, presenti al Convegno, dove l’ovodonazione è più “semplice” perché le donatrici, rimborsate, sono più numerose (e qui si apre il dibattito-voragine sull’eticità del rimborso), ancora una volta vede l’Italia in testa, dalla quale si esce per un “piacevole” viaggio tra punture e anestesie, certamente per l’ovodonazione e la donazione di seme, proibite tout court, ma anche per diagnosticare in tempo una malattia genetica grave come la fibrosi cistica ad esempio, in tempo per non dover abortire al quinto mese o per vedersi morire un figlio di pochi mesi.

Basti pensare che, nel solo {{centro AZ VUB di Bruxelles}}, meta gettonatissima del post-legge 40, approvata a febbraio 2004, le coppie italiane sono così aumentate:

– 2003: 50
– 2004: 113
– 2005: 208
– 2006: 377
– 2007: 215 (sino al 23-06-07), presumibilmente 470 alla fine dell’anno.

({Dati gentilmente forniti dal Dott. Peter Platteau, Consultant Reproductive Medicine, AZ-VUB, Bruxelles, Belgio}).

E anche il gettito di “euro italiani” verso Bruxelles aumenta esponenzialmente.
Considerando un prezzo medio per ciclo di fecondazione assistita a Bruxelles di 4500 euro (è un calcolo per difetto che tiene solo parzialmente conto dei costosi farmaci richiesti), se {{nel 2003 gli italiani hanno pagato all’Ospedale Belga 225.000 euro}}, ne avranno pagati più di {{2.000.000 nel solo 2007}}.

A proposito di “{{turismo procreativo}}”, si è discusso anche di questo a Lione, di opportunità giornalistica del linguaggio sensazionalistico, come “bambino su misura”, “turismo procreativo” e via dicendo,{{ linguaggio che spesso ci offende perché denigra e deforma il nostro, serio, problema}} ma che pare l’unico, anche in altri paesi, ad attrarre giornalisti e lettori o spettatori: ma l’informazione, così, non ne soffre? Si chiedono a più voci i convenuti.

Molto spazio si è dedicato, come è giusto che sia, agli {{aspetti psicologici dell’infertilità}} e dell’abortività, con l’importante approfondimento della D.ssa Uschi Van den Broeck, University Hospital Leuven, Belgio che, nella sua presentazione, afferma: “L’aborto spontaneo e il mancato concepimento sono dei veri lutti per chi li vive, perché quel bambino concepito nella mente o nel ventre, è già, per la donna, il figlio, ed è un {{lutto non riconosciuto socialmente, quindi vissuto in solitudine}}”.

Anche l’{{associazione argentina “Concebir”}}, con i suoi 11 anni di attività di consulenza psicologica e gruppi di auto-aiuto per i pazienti infertili presenta dati interessanti sui disturbi psicologici delle coppie in trattamento per l’infertilità. “E’ fondamentale seguire da vicino le coppie che cercano un figlio con tanta difficoltà: meno sofferenza vivono nel loro percorso e più accudimento ricevono, migliore sarà la loro esperienza come genitori e maggiore la felicità del figlio.” Sostiene Isabel Rolando, di “Concebir”.

E qui si conferma{{ vincente la scelta di alcune associazioni italiane}} partecipanti alla ICSI , di condurre p{{ercorsi guidati dallo Psicologo per le coppie infertili}} e di offrire consulenza online dello psicologo specialista in terapia dell’infertilità.

Non poteva mancare, e non è mancata, una seria {{riflessione di carattere etico}} su temi che, in misura diversa, scatenano profondi dibattiti ad ogni latitudine: la diagnosi genetica preimpianto sull’embrione e la ricerca sulle cellule staminali.
A presentare un articolato studio sul tema è stato il Prof. Guido Pennings, University of Gent, Centre for Environmental Philosophy and Bioethics, Belgio, che chiede dei validi argomenti che possano confutare la scelta di coppia e medici di{{ trasferire in utero l’embrione sano}}, potenziale essere umano con una buona qualità di vita, a prescindere dalle altre possibili variabili naturalmente, {{piuttosto dell’embrione affetto da grave patologia genetica}} e per questo potenziale essere umano con una ben peggiore qualità di vita.

Nella sua presentazione, il Prof. Pennings, sottolinea anche l{{’ipocrisia della pratica di comprare in paesi più permissivi linee di cellule staminali embrionali}} da usare per la ricerca, da parte di paesi dove l’embrione “non si tocca”, ma, se lo ha “toccato” qualcun altro, allora il problema etico è superato e può essere oggetto di ricerca.
Parla poi dell’assurdo etico, che è proprio anche della scelta italiana dei 400 embrioni nel “freezer” del Policlinico di Milano, di {{embrioni non più voluti dalle coppie che però non sono né dati in dono ad altre coppie}}, né usati per la ricerca, ma semplicemente congelati sine die, come se lasciarli così, sospesi, fosse eticamente più accettabile che usarli per cercare nuove cure a vecchie malattie.

Si conclude con due sfide, questo incontro che ha visto, Uganda, Giappone, Israele, Europa dell’est e dell’Ovest, Australia, parlarsi sui temi sempre più importanti dell’infertilità e delle sue cure.

La sfida mondiale, presentata da Sandra Dill, presidente di ICSI, con la definizione della “{{Carta Internazionale dei diritti dei pazienti infertili}}”, un documento che darà la forza ad ogni associazione, ad ogni paese, di agire sui rispettivi Governi per ottenere leggi migliori e più rispettose della salute riproduttiva: forse inutile dire che noi pazienti italiani abbiamo grande necessità di ques-ta forza.

E la sfida dell’Alleanza Europea, guidata dallo svizzero Conrad Engler, che si propone, attraverso il reperimento dei dati di tassi di gravidanza/tassi di gravidanze multiple con correlati problemi fetali in rapporto alle singole situazioni legislative di ogni paese europeo, di stilare un {{documento per chiedere alla Comunità Europea che venga rispettato il diritto all’equità delle cure proprio di ogni cittadino europeo}}.
_ E l’Italia sarà in prima fila in questa importante sfida.