Mi balla in testa un’idea che non se ne va. La metto in forma di domanda: “ Ma le parole di donne: di moglie, di escort, di marchettara o di pubblico ministero non c’entrano nulla con la crisi che sta colpendo l’Eden governativo dove tutto sembra invece dipendere dalla sola volontà degli uomini della politica, svegliati all’improvviso da un incantesimo maligno?”Un incantesimo che ha attraversato l’Italia, colpendo sud e nord, clero e
industriali, mafiosi e leghisti, borghesia e proletariato, donne e uomini in cerca
di ri-vincita facile, quella che si cerca promettendo e che se è il caso si mantiene
e sennò ci si dimentica.

Promesse che per gli uomini di governo, vogliono dire comprare la fedeltà. _ Nessuno
infatti nell’entourage del potere, in tutti questi anni, ha parlato. Sono stati
affaccendati a coprire, minimizzare, ridicolizzare il più possibile le proteste (non
troppe per la verità nel passato e più femministe e femminil-emancipazioniste che
maschili, l’incantesimo dura almeno dal ‘94), pre-occupati di cancellare perfino il
rispetto minimo tra persone di sesso differente. Trasformando ogni protesta in
morale invidiosa del capo che, novello Mida, rende “d’oro” perfino i corpi che si
porta a letto.

Nel silenzio dei ruiniani, uomini e donne, ammaestrati a contrastare
come immorale ogni cosa riguardi il corpo delle donne, ma disponibili invece a
concedere ampia libertà al corpo degli uomini su quello femminile e per tutti a
quello del capo.

Un silenzio che ha avuto in cambio conquiste importanti: cessioni
di sovranità da uno Stato all’Altro, in sovvenzioni pubbliche (danari delle poche e
dei pochi che pagano le tasse fino all’ultimo cent, secondo le ultime rilevazioni, e
delle donne che tengono in piedi gratis il welfare familiare), ammantandole da
liberismo che istituzionalizza la virtù del privato fai da te –novello cavallo di
Troia per lo Stato e la democrazia- in contrasto con l’incapacità dello Stato che
paradossalmente Mida governa.

Le promesse per le donne invece, non chiedono fedeltà politica come agli uomini, ma
misure del corpo, date di nascita -meglio se recentissime- massima disponibilità
corporea per tutti (Parma insegna), rischio come al Lotto solo sul corpo delle
donne.
_ Se sei particolarmente graziosa, come nelle canzoni di De Andrè, e le elezioni sono
in corso o ci sono nuovi programmi televisivi da imbottire il gioco è fatto.

Ma se
le elezioni non ci sono e i programmi tv durano qualche mese, non è possibile
mantenere per tutte le promesse.
_ E a quelle che non vendono il corpo, comprese le giudici dei minori, basta il peso
cieloduristico del potere politico che gestendo il pubblico, come fosse privato,
obbliga d’ufficio al silenzio.

Ma, con le donne di mezzo oggi non funziona proprio così.
_ Il silenzio femminile preventivo e secolare che certi uomini pensano ancora tacito,
regola aurea nello sproloquio di promesse fatte al ritmo di “avanti un’altra”, è
saltato; non è più moneta di scambio nella vita normale, figurarsi se si compra da
“utilizzatore finale”. (Ricordate che alla risposta alla domanda “ cosa fai nella
vita?”: “le marchette”, si mandò via la ragazza più giovane, insieme a cui si
gingillava in piscina, e si chiese silenzio.)

Ebbene, anche chi fa le marchette e
non solo la Pm e la moglie, non tace più. Era già stato detto dalle femministe ai
tempi di Veronica, con la minorenne Noemi e poi con D’Addario; e non basta
trasformarle in escort per salvarsi, serve solo per abbozzare malamente al macismo.

(E ci sono uomini che sentono “umiliata la propria sessualità” da Berlusconi e lo
dicono scrivendolo su DeA Donnealtri, augurandosi di “seppellire con una risata” il
suo fare…)

Oggi comunque pare proprio si paghi la prestazione, non il silenzio eterno. _ Anche un
noto giornale americano se n’è accorto e dice che il male del nostro premier sono le
donne.
_ Forse non si è accorto che è già passato perfino il ‘900.

Le donne, in questa confusione maschile una cosa l’hanno imparata: hanno imparato a
parlare (a prendere parola dicevano le femministe) raccontando persino la disfatta,
grazie forse ad un’autocoscienza sotterranea quasi inconscia. Parlano persino dai
midia dove non si può più far finta che non sia vero, anche se hai un esercito di
avvocati difensori e direttori di reti compiacenti.

Sono ingenue o stanche di silenzi obbligati o tutte e due le cose insieme, oppure
serpeggia tra loro un filo in-visibile che le lega al bistrattato femminismo e le
porta a non aver timore di perdere quell’onore pubblico che nel loro silenzio
salvava anche quello dell’altro?

Le donne parlano e non basta pagarle, e forse, con
stupore del macho, bisogna anche rispettarle, persino quando vendono il corpo.
Pare proprio che il femminismo non sia passato invano per nessuna, anche se i
politici faticano a crederlo.

Le donne vanno in giro per il mondo a conoscere, a
vedere, a cercare, a sapere, ad affermare la loro libertà e la loro dignità e molte
“vogliono tutto”: lavoro e maternità, giustizia e libertà e soprattutto diritto di
parola e certezza.

Allora come donne, vogliamo credere che il governo cadrà solo per volontà di Fli e
delle opposizioni e di Casini e Rutelli, risvegliati dal sonno maligno e non anche
per la fine dell’ Eden del silenzio femminile sulle “miserie” maschili al potere?

Ed è di questi giorni che non sembra più bastare neppure un ministero, dopo essere
stata sulle ginicchia di Papi. per ottenere il nostro silenzio.