Ieri sera, durante la trasmissione Ballarò, Concita De Gregorio, nel salurare i presenti ha rivolto un appello: il nuovo Presidente del Consiglio non può dimenticare le donne nel formare il suo Governo. Una richiesta rivolta direttamente a{{ Monti}}, nominato con investitura mediatica prima che Presidenziale. Un vulnus per la democrazia formale così cara a {{Napolitano}}.

Non soffermiamoci però su questo ma piuttosto sulla necessità di ricordare quanta competenza abbiano espresso le donne, le molte donne, in questi ultimi decenni. Un appello che penso ci debba trovare tutte concordi. Un appello che sussurrato, secondo lo stile di {{Concita De Gregorio}}, in una trasmissione si dovrebbe moltiplicare per il numero di chi ha manifestato con {Senonoraquando}. Proprio perché perseguire una democrazia paritaria è una delle richieste di questo movimento di donne che ha visto anche il consenso e la partecipazione di migliaia di uomini.

Da tempo affermiamo che la democrazia formale deve coincidere con quella sostanziale e partecipata. Insomma, non si tratta di quote, il {{50 e 50 }} non fa che fotografare la realtà.

{{Il Presidente Giorgio Napoletano}}, del resto, in un suo telegramma al XV Congresso dell’Udi ha ricordato quanto grande sia stato e sia ad oggi il valore delle donne. Sarebbe dunque importante che ricordasse al nuovo Capo del Governo l’importanza di una democrazia più coesa e saldamente ispirata ai principi costituzionali di non discriminazione e di effettiva uguaglianza. Parole che possono essere lette nel telegramma qui riprodotto.

{Saluto con sentimenti di viva cordialità tutte le relatrici e le partecipanti al quindicesimo congresso dell’Udi. E’ importante che nel 150esimo anniversario della nostra unità nazionale si ribadisca il perdurante valore di quelle tante italiane che hanno contribuito alla conquista
dell’indipendenza e della libertà della Patria, che hanno lottato per l’affermazione dei diritti democratici, che si sono battute, contro ogni forma di pregiudizio.
_ Mi fa piacere ricordare la lunga attività che l’Udi ha scolto, e che continua a svolgere per contrastare la discriminazione di genere e la violenza delle donne e per migliorare la condizione femminile nel nostro paese. La decisione di cambiare il nome da Unione donne italiane in
Unione donne in Italia testimonia inoltre la continuità del vostro forte spirito inclusivo.
_ Esprimo apprezzamento e condivisione per la vostra scelta
di dedicare l’anteprima del confresso ai temi del lavoro e soprattutto a quell’aspetto cruciale e ancora troppo spesso trascurato della sicurezza. Auspico che dal vostro confronto possano scaturire idee, proposte e azioni concrete per costruire una democrazia più coesa, e saldamente ispirata ai principi costituzionali di non discriminazione e di effettiva uguaglianza.}
_ {In questo spirito a tutte le donne dell’Udi e alle sue giovani associate desidero esprimere un augurio di buon lavoro e un caloroso saluto.

mittente: Segreteria generale della Presidenza della Repubblica

}