La lingua-madre è materna o parliamo con un linguaggio maschile-maschilista? Riceviamo e pubblichiamo queste due note per cominciare a rispondere a questo interrogativo.{{Piccola nota lessicale sull’espressione “Utilizzatore finale”.}} *

Metto in rilievo come sia chiara la parola “{{prostituta}}”, assieme ai tantissimi spregiativi tipo “zoccola, puttana, troia” che specificano un certo tipo di donna, usati ed abusati con abbondanza, spessissimo fuori luogo anche come bestemmia, come intercalare, piovono a iosa giudizi sulla moralità femminile.

Mentre per definire il maschio che va a prostitute mancano le parole. Il noto avvocato di Berlusconi, Ghedini nel difendere il suo assistito, è ricorso con sapienza oratoria al temine “{{utilizzatore finale}}”, che tutte abbiamo notato.

Questa mancanza di vocaboli sui nostri compagni in cerca di sesso a pagamento, questo {{vuoto lessicale}} vorrà dire qualcosa…: come spesso ribadito, le parole che usiamo, sono coniate al maschile.

Siamo state zitte, complici, assenti anche in questo. Inventiamoci dunque un linguaggio appropriato e sfoghiamoci un po’: è l’ora dei neologismi da inventare e portare avanti. Io butto subito un sasso:
i sesso-peripatetici, i postribolisti o sviliviri, i casinotteri, i pro-magnaccia. I sex-paganti (e le sex-appaganti),.
…Spero ne seguano altri e numerosi e vincano le migliori invenzioni.

Annoto che una parola adatta ci sarebbe: {{casinista}}, ma è usata in altro senso, chissà perché…

Mi soffermo sul: “{{pro-magnaccia}}”, che mette in evidenza il lato oscuro e colpevole della ricerca sui marciapiedi e fa del richiedente un correo dei gravi reati della criminalità organizzata. Mi sembra che almeno la parola abbia il suo peso e diventi incisiva.

Il {{prosti-paga}} è invece una parola più leggera, specifica solo il mercimonio, che non è reato. Bisogna evidenziare la differenza. Il modo in cui si dice, diventa il nodo cruciale.

{{Mi rivolgo in particolare alle giornaliste}} che trattano il tema. Se finora abbiamo taciuto, è ora di cambiare rotta.
Non basta la parola, però già può incidere sull’opinione pubblica. E’ un minimo di cui dobbiamo farci carico.

{* uscito su “noi donne” settembre 2009}

{{
Indagine sul linguaggio: la lingua-madre è materna o parliamo con un linguaggio maschile-maschilista?}}

Il linguaggio lo impone chi ha potere ed il potere lo hanno sempre avuto i maschi, salvo rarissime eccezioni.
Infatti sono tantissime le parole e parolacce che designano gratuitamente la bellezza e l’onorabilità delle donne. Ed ecco alcuni esempi sull’evoluzione dei vocaboli:

-dall’originario “putto/a” = fanciullo, il femminile poi cresce e degenera inputtana e da puttana si generalizza a tutta la specie: “puttana Eva”. Si potrebbe dire che nascere donna sia un peccato originale.

-la peripatetica di eruditi natali: nasce con i filosofi passeggiatori seguaci di Aristotele (forse c’era qualche donna) e si arriva ai nostri giorni con il noto doppio senso per lei, anzi solo per lei a senso unico, da colto con accento acuto a (rac)-còlta con accento grave.

-anche massaggiatore va a senso unico per lui, mentre massaggiatrice va in due sensi di marcia per lei, con vari ammiccamenti.

-troia, forse da “porcus troianus” nota porchetta ripiena dell’antichità, ci rimane appiccicata addosso l’untuosità delle male femmine.

Godiamo dell’attenzione maschile con occhio interessato all’estetica del nostro corpo, da cui:

-popputa- tettona- tettuta: si indica la parte per il tutto.

-da zito, arcaico fanciullo in quel di Napoli, ci resta zitella o zitellona: e già te la immagini non proprio giovane e bella. Fortunatamente il vocabolo è in declino, senz’altro per merito del femminismo.

-la Befana, simpatica strega che porta doni ai bimbi buoni, per lui è invece soltanto una bruttona da evitare.

-dai miti classici abbiamo ereditato le megere e le arpie spaventevoli, ma attenzione piovono sospetti anche sulle più belle, perché le sirene, pur riconosciute come ammaliatrici incantevoli, restano mostri molto, molto pericolosi.

Per ora si chiude, ma vasta è la materia su cui ricercare.

{immagine da [www.women.it/umorismo/->http://www.women.it/umorismo/]
(spazio aperto alle donne)}