All’  Auditorium Casa Matteo Bagnaresi, in  via Saragat 33/a. Giovedì 5 aprile 2018, ore 18 si terrà un incontro su come si  sono dipanati  i movimenti femministi  tra emancipazione e libertà negli anni Settanta. L’incontro prevede una conversazione  con Letizia Artoni, Margherita Braga, Liliana Rampello ed Eugenia Tagliaferri.

Nel 1979 ‒ dopo la separazione dai gruppi extraparlamentari o dai partiti politici in cui avevano militato e con alle spalle anni di autocoscienza su corpo, sessualità e relazioni fra i sessi ‒ un gruppo di femministe decise di aprire uno spazio in cui le donne potessero essere libere di confrontarsi e ascoltarsi, discutere e raccontarsi. Raccontarsi lontano da logiche maschili e patriarcali e in virtù di nuove pratiche (come il “partire da sé” o il primato della relazione fra donne) per dare corpo a un pensiero che, dopo millenni di subalternità, irrompeva sulla scena pubblica in ragione della differenza e della libertà femminile. Incontro a cura del Centro studi movimenti, con il patrocinio del Comune di Parma. (dal Server Donna di Bologna)

Info: centrostudimovimenti@gmail.com

IL CENTRO STUDI MOVIMENTI – Costituitosi a Parma nel 2000, il Centro studi movimenti è un istituto di ricerca e centro di documentazione. Suo scopo è promuovere la ricerca e la conoscenza delle dottrine, delle organizzazioni e dei movimenti antisistemici dell’epoca contemporanea.

Nel suo archivio-biblioteca sono conservati libri, documenti e altro materiale sulla storia delle mobilitazioni per l’eguaglianza e la liberazione, dalle lotte dei lavoratori alle mobilitazioni antimperialiste e per la solidarietà internazionale, dai movimenti per la difesa dell’ecosistema alla liberazione dei generi, dalle battaglie contro fascismi e intolleranze a quelle per una società aperta e libertaria.

Queste carte – segnalate già nel 2006 dalla Soprintendenza dei beni archivistici per l’Emilia Romagna come «archivio di notevole interesse storico» − sono a disposizione di chiunque sia interessato e sono utilizzate dal collettivo del Centro per iniziative culturali, attività di ricerca, unità didattiche, seminari per insegnanti e corsi di studio aperti alla cittadinanza.

Dal 2015, inoltre, presso la sua sede ha preso avvio il progetto della Libera università del sapere critico (Lusc), un programma di corsi pluridisciplinari che intende restituire voce alla critica culturale e politica verso i rapporti di potere esistenti. Il Centro, infatti, si percepisce parte integrante dei movimenti antisistemici, ai quali cerca di contribuire a partire dalla sua specifica connotazione di luogo di riflessione culturale e di conservazione della loro memoria.

Il Centro è un organismo senza scopo di lucro ed è iscritto nei registri provinciale e comunale delle Associazioni di promozione sociale.