Il tema della IX edizione del festival dell’editoria indipendente, che si  si è aperta giovedì 7  per chiudersi domenica 10 giugno 2018 all’Orto Botanico. La manifestazione, promossa dal CCN Piazza Marina e dintorni e dalle case editrici Navarra Editore e Sellerio, giunta alla sua nona edizione, nell’anno di Palermo capitale della cultura, lancia una sfida: radicarsi definitivamente nella realtà siciliana e nel panorama dei festival culturali italiani, giocandovi con decisione un ruolo di cambiamento.

Il tema della manifestazione di quest’anno è l’oralità, per coniugare la formula Cucitor di canti. “Come ci siamo arrivati? Partendo da un presupposto – spiega il direttore artistico Piero Melati –  In Italia si legge poco, la carta stampata è in crisi, il rito delle canoniche presentazioni dell’ultimo volume fresco di stampa sembra al tramonto, eppure i festival del libro registrano sempre una partecipazione di pubblico estremamente significativa. Come è possibile? Cosa c’è di nuovo e inaspettato nei festival che va in controtendenza? È forse l’incontro tra pubblico, autori ed editori, il contatto diretto, l’aggiramento dei social? È forse un ritorno alla comunicazione orale?” Ebbene chi ha oganizzato questo festival ha scelto proprio questa strada

Cucitor di canti è un verso del poeta lirico Pindaro. Il poeta, che trascorse molti anni in Sicilia, lo scrisse in riferimento alla figura del rapsodo, il cantore del mondo greco. Il rapsodo recitava a memoria l’epica di Omero direttamente a un pubblico. La sua opera è ritenuta collegabile al verbo cucire. Controfigura del rapsodo era l’aedo, personaggio quasi “sacro” e considerato profetico, il cui nome derivava dal verbo cantare. Sempre, in tutti questi casi, la trasmissione del sapere avveniva oralmente, senza un testo scritto, tramite un linguaggio semplice e attraverso una esibizione pubblica. L’Iliade e l’Odissea sono derivate da questa tradizione.

“Ma oggi è ancora possibile incontrare rapsodi, aedi, cantori? Sembrerebbe utopistico. Eppure lo strumento, che era la parola, è rimasto lo stesso. E il mezzo, che era il racconto, l’epica, le storie, in fondo non è mai cambiato. E dunque? Perché non provarci? -continua Piero Melati – Vorremmo rompere  le formalità e catturare ancora quell’antica scintilla, che dall’oralità portò poi alla scrittura, perché da questi canti e cunti si possa ricucire una comunicazione autentica e una nuova trasmissione dei saperi. Lo faremo in un luogo magico come l’Orto Botanico di Palermo. Cucitor di canti è la volontà di ritornare alla cultura diretta e alla comunicazione orale, pur all’interno di un festival dedicato al libro scritto. Il paradosso è solo apparente, perché è proprio dall’oralità che è nato il testo scritto”.

Ogni giorno quattro voci importanti del nostro tempo fanno da “cantori” principali delle giornate del festival. In particolare, uno di loro è il protagonista di un’alba all’Orto Botanico.

La manifestazione è poi caratterizzata da quattro percorsi tematici.

Il primo dedicato alla stessa location del festival, l’Orto Botanico, che non ha eguali al mondo per una festa del libro. Gli esperti dell’Orto  fanno scoprire il fantastico e finora sconosciuto “viaggio” delle piante.

Il secondo percorso è dedicato alle grandi star dell’università di Palermo: decine di docenti siciliani di fama mondiale, oggi quasi dimenticati, in cui insegnamenti hanno poi fatto scuola nel mondo. Una sessione anche ai maestri (da Theodor Adorno a Cesare Brandi) che in questo ateneo hanno insegnato, lasciando un segno.

Il terzo percorso è dedicato al gotico, perché Palermo ne è città per eccellenza. Non dimenticheremo, all’interno di questo cammino, di rievocare gli anniversari di Charlotte Bronte e Mary Shelley, come di riscoprire le storie gotiche inaspettate e quasi sconosciute dei grandi autori siciliani.

Il quarto percorso (in collaborazione con l’Istituto francese di Palermo) è dedicato al giallo. Palermo e la Sicilia hanno rubato a Londra, Parigi, Los Angeles e New York (le capitali mondiali del passato) il titolo di capitale mondiale del noir, grazie alla grande fioritura di giallisti e al lavoro della casa editrice di riferimento del genere, la palermitana Sellerio.

Il festival vede in prima fila gli editori e gli autori siciliani. Non solo per lo stesso impegno che, sin dal primo anno, vide stringersi intorno all’iniziativa di promuovere un festival palermitano del libro, lanciata dal Consorzio Piazza Marina & Dintorni e da Navarra Editore, le migliori realtà editoriali indipendenti siciliane. Ma anche perché quelle realtà sono cresciute, alla ricerca di voci nuove per raccontare la Sicilia quanto nella scoperta delle radici che fanno la nostra storia.

Non mancano, poi, accanto a questo “spiegamento di forze” territoriali, appuntamenti e sezioni di approfondimento dedicate al lavoro dell’editoria (anzitutto le traduzioni), le lezioni di grandi autori ed esperti, una finestra dedicata agli autori che ci mancano (quest’anno ricorderemo Alessandro Leogrande, David Forster Wallace, di cui cade il decennale della morte, e Ursula Le Guin), le presentazioni delle novità editoriali da parte degli editori presenti in fiera ma non solo.

Spazi dedicati ai bambini e all’editoria per ragazzi. Gli spettacoli serali ciudono a mezzanotte: cinema all’aperto, teatro, musica. Visite guidate per scoprire ogni angolo dell’Orto Botanico. Letture “improvvisate” di poesie e di pagine scelte in giro per i giardini e nell’area relax. Autogestione di spazi a istituzioni prestigiose e associazioni importanti, come l’Accademia di Belle arti, il Teatro Massimo, la Fondazione The Brass Group, per elevare la qualità e la partecipazione. All’Orto Botanico, nei giorni di Marina di Libri, sono presenti con le loro “botteghe” anche le realtà economiche aderenti al centro commerciale naturale del Consorzio Piazza Marina e dintorni. Un modo di stare dentro il territorio e di far conoscere ai visitatori le realtà migliori che lo abitano.