OMERTA' 12 okPrima Nazionale Auditorium Altinate San Gaetano, 11 marzo 2017 ore 21.  Dopo il successo di pubblico e critica per la loro rilettura contemporanea del Frankestein di Mary Shelley, i Barabao Teatro tornano in scena proponendo stavolta il teatro sociale con una produzione firmata Romina Ranzato. In scena Ivan Di Noia in un monologo che affronta uno dei temi caldi della nostra storia recente: l’assassinio di Giovanni Falcone e il Maxiprocesso alla mafia. Un monologo strutturato a quattro voci perché, per parlare di Giovanni Falcone e del Maxiprocesso, la regista ha scelto di concentrare l’attenzione sui quattro personaggi chiave che, a partire dalla strage di Capaci del 23 maggio 1992, hanno aperto una breccia sul muro dell’omertà.

Personaggio chiave è senz’altro Giovanni Falcone, che è giudice a Palermo; un giudice che ha come obiettivo quello di colpire il cuore della mafia. Una mafia che da tempo immemore tiene sotto scacco non solo la Sicilia, ma l’Italia intera. Il secondo personaggio chiave è Tommaso Buscetta, il boss dei due mondi, catturato in Brasile. Buscetta fa parte della mafia perdente. I suoi familiari sono stati tutti falciati dalle vendette trasversali e Buscetta li vuole vendicare. Parlando. Grazie a lui per la prima volta l’Italia scoprirà cos’è la mafia, chi sono i capi, quanti i mafiosi, come si struttura “Cosa Nostra”, i rapporti tra Stato mafia e politica. Buscetta è il personaggio chiave che permette al Pool Antimafia di istituire il Maxiprocesso alla Mafia. Buscetta è il primo pentito ad infrangere la regola fondamentale della mafia: l’omertà.

Dopo le sue dichiarazioni scatta il blitz San Michele, in nome del Santo celebrato in quel giorno: 475 persone vengono arrestate, ha così inizio il Maxiprocesso.

Un processo epocale: 19 ergastoli, 342 condanne, 2665 anni di carcere, 37 giorni di Consiglio, un’ora e mezza soltanto per leggere la sentenza. Il più grande processo penale mai svoltosi al mondo.

Altro personaggio interpretato da Ivan Di Noia è Michele Greco, detto il Papa. Rimane scalfita nella memoria collettiva della nazione la sua celebre e terribile dichiarazione: dietro alle sbarre si rivolge alla Corte augurando ai giudici la pace. E tutti capiscono che sta parlando di una pace eterna.

Chiude il quadrilatero dei personaggi Totò Riina con la sua allucinata volontà di combattere tutti quelli che cercano di ostacolare la sua ascesa.

Spiega Romina Ranzato: “Quella del 1992 era una mafia stragista, devastante. La mafia esiste però dal 1800 e sappiamo bene che a tutt’oggi stringe affari con la politica e le istituzioni. Un fenomeno che si è esteso nel sociale, si è diffuso a livello comportamentale: è diventato un modo di fare, una prassi. Lobbismo, raccomandazioni, specifico di interessi. La mafia si è radicata nella mentalità. Diventando cultura”.

“Ricordo che ero bambino e stavo guardando Fabrizio Frizzi su Rai Uno – spiega Ivan Di Noia – mi piaceva il programma. Ricordo la voce tremante di Frizzi mentre parla della strage di Capaci e il pubblico che si alza in piedi e applaude. Non l’ho mai dimenticato”.

Ricorre quest’anno il 25esimo della morte di Giovanni Falcone ed il 30esimo anno dalla sentenza del Maxiprocesso. Uno spettacolo necessario, quindi. Pensato anche per gli studenti delle scuole medie e superiori. Portato in scena secondo quella modalità innovativa che caratterizza il lavoro contaminato della compagnia teatrale professionista Barabao. Ivan Di Noia farà dialogare i quattro personaggi mixando all’interpretazione l’audio originale con le dichiarazioni autentiche dei coinvolti.

Un viaggio attraverso le quattro vite dei quattro personaggi che hanno vissuto la mafia in prima persona, pagandone un prezzo altissimo.

Un viaggio interiore nelle nostre coscienze, perché il confine tra vittima e carnefice è sempre molto sottile. E perché la mafia riguarda tutti.

Alla prima nazionale che si svolgerà al Centro Culturale San Gaetano a Padova saranno presenti i responsabili della Regione Veneto della Fondazione Caponnetto progetto giovani sentinelle, che si impegnerà inoltre ad offrire lo spettacolo a studenti bisognosi, con la convinzione che la cultura – e quindi anche il teatro – debba essere per tutti.