Noi donne riunite in assemblea a Trieste il giorno 17 gennaio 2012 riteniamo necessario accelerare i tempi per il pieno riconoscimento della necessità e del valore di una presenza paritaria di donne e uomini in tutti i luoghi in cui si decide, in primo luogo quelli della politica.Il 50% non è “quota rosa”, è necessità storica. Le donne non sono una risorsa per qualcuno o qualcosa. Le donne ci devono essere non perché sono più brave o più responsabili, ma semplicemente perché ci sono.

Alle prossime elezioni, dalle amministrative già programmate alle politiche, quando ci saranno, vogliamo avere il 50% nelle liste, con un meccanismo che garantisca una percentuale di elette il più vicina possibile alla metà. A seconda del sistema elettorale troveremo le soluzioni tecniche: nel caso dell’attuale sistema elettorale per il parlamento si tratterebbe di una composizione “a cerniera”, cioè alternando donne e uomini.

Questa proposta politica è rivolta in primo luogo a quelle donne che già sono nei centri decisionali, nelle direzioni dei partiti, a livello nazionale e periferico: molte di loro in questi mesi e anni hanno dichiarato di condividere obiettivi di democrazia paritaria. Chiediamo loro adesso di fare un passo avanti e di sostenere la composizione paritaria delle liste, minacciando in caso contrario di sottrarsi alla candidatura.

O le donne in lista sono la metà, oppure non ce ne sarà nessuna

Votata all’unanimità

– {{Prime firme}}

_ Anna Picciolini Firenze
_ Geni Sardo Trieste

– {{Adesioni}}

Antonia Sani (Roma)
_ Pia Covre (Pordenone)
_ Marina Pivetta (Roma)
_ Luisa Fazzini ( Trieste)
_ Luisa Barba (Ricercatrice – Trieste)
_ Marina Romi (Trieste)
_ Gabriella Taddeo ( Trieste)
_ Maria Belle ( Trieste)
_ Adriana Causi ( Trieste)
_ Tea Giorgi (Trieste)
_ Anna Mozzi ( Trieste)
_ Egle Tarasich ( Trieste)
_ Giuliana Lasini ( Trieste)
_ Donatella Heller (Trieste)
_ Eliana Pellegrini ( Trieste)
_ Mirta Ciok (Trieste)
_ Laura Marcucci (Trieste)
_ Lidia Mendola (Trieste)
_ Maria Elisa Benati (Trieste)
_ Maria Bego (Trieste)
_ Daniela Zaccai (Trieste)
_ Giuliana Zidaric (Trieste)
_ Assunta Signorelli (Trieste)
_ Rossanna Giacaz (Trieste)
_ Daniela Gerin (Trieste)
_ Grazia Negrini (Bologna)
_ Ileana Montini (Brescia)
_ Giovanna Romualdi (Roma)
_ Ausilia Riggi (Torino)
_ Benedetta Baracchi (Cagliari)
_ Elisabetta Donati (Brescia)
_ Pia Covre (Pordenone)
_

{{{- [Per adesioni->mailto:adesione.petizione@womenews.net]}}}

{{{Nota di Anna Picciolini}}}

La mozione che si propone di firmare nasce da anni di riflessione sul tema, e dal bisogno di dare un senso al gran parlare che si è fatto, in questi ultimi mesi, di presenza delle donne in politica e di democrazia paritaria.
_ So benissimo che su questo le posizioni sono molteplici. Io per prima penso per esempio che non abbia senso parlare di “rappresentanza delle donne”, ma credo che sia reale il problema del diritto effettivo delle donne a essere rappresentanti.
_ Penso anche che la democrazia rappresentativa sia profondamente in crisi, ma so che laddove si stanno sperimentando forme di democrazia partecipativa/deliberativa le donne sono presenti, e talvolta la loro presenza riesce a cambiare le forme dell’agire politico.

E’ pensando queste cose, e molte altre, che nel corso di un incontro indetto dal comitato fiorentino “Se non ora quando” ho avanzato una proposta, poi pubblicata sul Paese delle donne il 5 dicembre scorso. La proposta, trasformata in mozione (e presentata da Geni Sardo), è stata discussa e approvata all’unanimità da un’assemblea di donne, riunita a Trieste il 17 gennaio. Diffusa in Rete, ha suscitato reazioni positive: da qui è nata l’idea di raccogliere firme. Dopo si tratterà di presentarla alle destinatarie, per vedere l’effetto che fa.

Anna Picciolini