Cultraro Lorena anni 14 sorride dalla foto.
E’ una bambina con gli occhi scuri e i capelli lunghi neri. E’ una bambina con l’esperienza di una bambina che gioca a fare la donna, la “grande”. Tre belve di quindici, sedici e diciassette anni, motorino e telefonino in pugno la stanno aspettando per stuprarla un’ultima volta, ucciderla, bruciare le sue cose, nascondere il cadavere, rientrate tranquillamente nella “tana” di famiglia.
_ Mancano le foto delle belve, manca la foto del branco, manca la visione dell’orrore: soltanto Lorena, immota, sorride.
_ Per quindici giorni hanno guardato le foto della vittima sorridere anche a loro dai muri cittadini.
_ Sono andati a scuola, in giro per il paese, a baciare e carezzare altre bambine in attesa della prossima preda.

Niscemi: che scuola frequentano, che TV guardano, che films si vedono a Niscemi? Di che parlano gli “uomini” a Niscemi? Quali modelli hanno a disposizione i tre giovani assassini?
_ Quando l’orrore si fa carne di donna martoriata e non ci sono parole per dire tutta la terribilità del fatto perché l’evento supera ogni fanrasia si avrebbe voglia di non esser nate.
_ Saperli poi “nati di donna” ci si chiede come sia possibile che dalle viscere della terra non si levi un urlo verso il cielo nero.

Sappiamo da sempre che il sessismo ha forme ignobili, che da sempre noi femministe denunciamo, ma quando accade in maniera tanto “naturalmente” assassina, lo sgomento pietrifica anche la voce.

{Presidenza AFFI
_ Edda Billi, Irene Giacobbe, M.Gabriella Guidetti
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