“Care amiche, non viviamo tranquille in nessun senso”: apre così, in forma di lettera a tutte, la breve riflessione di Giancarla Codrignani, che pubblichiamo di seguito. Non in {{quello della}} {{sicurezza}}, sempre mistificata perché, proprio quando qualcuno che si dice “amico” ci accompagna, può darsi che non siamo sicure; ancor peggio sul piano generale, se è vero che sicurezza non è quando ci militarizzano, ma quando non ci rintaniamo in casa e viviamo le strade in tanti e tante.

Non in {{quello del}} {{giudizio comune}}, perché le “battute” – improprie almeno del suo ruolo – del Presidente del Consiglio e le successive rettifiche non cancellano un pensiero sempre offensivo nei confronti di tutte le donne; ma anche perché i meno insensati che tacciono, anche vicini a noi, pensano la stessa cosa.

Non in {{quello della}}{{ multiculturalità}}, che vorremmo vivere liberamente e che ci esclude, anche perché nei corsi che anche le migliori organizzazioni fanno per gli stranieri non esiste l’educazione al genere; la quale peraltro non esiste neppure all’interno della programmazione scolastica consentendo alle ragazze solo di imparare a menare come i maschi per ricambiare le loro attenzioni.

Non in {{quello dell’informazione}} perché oggi non si trova neppure un servizio che faccia link fra {{stupro e femminicidio}}. Il corpo del maschio di ogni colore diventa un’arma, anche in famiglia, dove si tace, quando la sua mente consente alla violenza: si capisce perché, poi, può fare la guerra. {{Come diceva Freud, che era un maschio}}.