Contro i femminicidi e stupri il 6 luglio a Roma tre presidi dalle 10 in poi, al:
Ministero delle pari opportunità largo Chigi, 19 (concentramento)
Ministero di Grazia e Giustizia, via Arenula, 70
Ministero degli Interni, piazza del Viminalen per cercare di invertire la rotta vertiginosa dei femminicidi, degli stupri e della loro impunità con una mobilitazione nazionale.

124 le donne uccise in Italia nel 2012, già 34 dall’inizio dell’anno, 6 in soli pochi giorni ai primi di maggio, un femminicidio continuo!
Molto spesso le vittime conoscono i loro carnefici, questi sono gli uomini che odiano le donne.
Per gelosia o per possesso, sempre in disprezzo del nostro essere donna, chi ci uccide non tollera la nostra autodeterminazione, non ci considera degne di rispetto, libertà, autonomia, indipendenza. Diritti che ci siamo conquistati con le lotte e che non piovono dall’alto dei governi.
Diritti che però non sono per sempre e vengono negati, prima di fatto, poi di diritto, con l’arretramento delle lotte. E allora sempre più donne stuprate, sfigurate con l’acido, molestate, oppresse, uccise, violentate e umiliate come donne, in quanto donne e sempre più sentenze ultra morbide verso stupratori e assassini di donne.

Nessun governo, tantomeno questo, può “difendere le donne con la sua task force” come afferma Alfano, il delfino di Berlusconi, calpestatore della dignità delle donne.
Nessun appello al governo, come pure quello di “ferite a morte”, per la convocazione degli Stati generali contro la violenza sulle donne, può fare arretrare la guerra alle donne, senza la guerra delle donne.

Ci vuole una mobilitazione nazionale delle donne, una risposta doverosa, urgente e ineludibile. Una risposta autonoma del movimento delle donne, fuori e contro l’azione che il nuovo governo dice di voler fare.

Le donne non vogliono e non possono fidarsi e delegare al governo e allo Stato!
Uno Stato, che sempre più fa una giustizia pro-stupratori (vedi i recenti processi per gli stupri di “Marinella” a Montalto di Castro e di “Rosa” a L’Aquila, nonché la rimessa in libertà, dopo un anno, dell’assassino reo-confesso di Tiziana Olivieri, per scadenza dei termini di custodia cautelare, ecc.) e ha forze dell’ordine strutturalmente impregnate di maschilismo, fascismo e sessismo, non può difendere le donne! Un governo che continuerà ad attaccare le condizioni di vita e di lavoro della maggioranza delle donne, non può difendere dai femminicidi e dagli stupri!
Siamo noi, parte offesa e ferita a morte da questa società, che dobbiamo riprenderci la vita, con rabbia e determinazione. Siamo noi donne, unite, che dobbiamo lottare per i nostri diritti e il nostro esistere, per difenderci dagli uomini che odiano le donne!

Chiediamo a tutte le donne, alle compagne, alle democratiche, alle associazioni contro la violenza sulle donne, di aderire a questo appello per cercare di invertire la rotta vertiginosa dei femminicidi, degli stupri e della loro impunità con una mobilitazione nazionale.

Proponiamo il 6 luglio a Roma, il sabato precedente l’11 luglio, quando le istituzioni (tribunale dei minori e servizi sociali) decideranno il “percorso riabilitativo” degli stupratori sociali del branco di Montalto di Castro, che hanno violentato il corpo di Marinella e ne hanno ucciso l’anima e la speranza, simbolizzando così la “sicurezza” che questo Stato riserva alle donne.

Luigia (L’Aquila) e Concetta (Taranto) – Per contatti: [sommosprol@gmail.com->mailto:sommosprol@gmail.com]

{{Adesioni all’appello (fino ad oggi)}}
Comitato diritti civili delle prostitute – lavoratrici Coordinamento “3ottobre” Milano – Anna Bardelli università di Milano – Giuseppa Amato di Milano del Si.Cobas dei poliambulatori Niguarda – lavoratrici, disoccupate dello slai cobas per il sindacato di classe di Taranto – precarie, lavoratrici dello slai cobas per il sindacato di classe di Palermo – compagne del MFPR – Associazione “Iosò Carmela” Napoli – Associazione Centro Servizi interdisciplinare Onlus Roma – Lucha YSiesta Roma – l’appoggio di Lella Costa – Collettivo “Mai stare zitte” di Brindisi – Associazione culturale ‘Teatro del Mare’ Taranto – UDI Monteverde Roma – compagne del coordinamento di Palermo 21 luglio – Caterina Tassone lavoratrice del S. Paolo di Milano – Anna Lavoratrice dell’USI del S. Paolo Milano – FLFL di Bologna – lavoratrici USI Roma

Inviteremo a venire stampa tv, i free lance della stampa scritta e web, e se possibile compagne impegnate in teatro, musica e nei mezzi di comunicazione.
Sono e saranno presidi di protesta in nome di tutte le donne stuprate offese, uccise, ma anche sfruttate e oppresse sempre e ovunque!
Questo è il messaggio che vogliamo dare a tutti.

Ci sembrano presidi importanti per tutte, per questo continuiamo a rivolgerci soprattutto alle donne e compagne romane, ma a tutte in ogni città, perchè ci siano e sostengano quelle compagne che con decisione sforzi e sacrifici vengono in delegazione e in rappresentanza, da Palermo, Taranto, altre città della puglia e del sud, Milano, Bologna, L’Aquila e altre città del centro-nord. Siamo donne proletarie e combattive che cercano di far sentire la voce della maggioranza delle donne.
Certo non abbiamo ora i numeri per fare cortei, speriamo che questo possa avvenire in autunno – ma per fare presidi itineranti i numeri ci sono e vorremmo essere il più possibile (vi mandiamo l’appello con le adesioni arrivate finora).

L’iniziativa, con i presidi e il resto, al di là dei numeri, non è un corteo normale ma una mobilitazione contro i centri responsabili dei femminicidi e violenza sulle donne – e andiamo a lottare dove vi sono i palazzi del potere”, il più vicino possibile, e vi rimarremo.
{{Al Ministero delle pari opportunità}} vogliamo anche denunciare le “false e controproducenti soluzioni” del governo (abbiamo chiesto tra l’altro un incontro con la
Ministra Idem, soprattutto per dire cosa non vogliamo); al Ministero di Grazia e Giustizia vogliamo denunciare il modo come stanno facendo i processi (in cui le donne sono violentate o uccise per la seconda volta) e le vergognose sentenze, in primis quella per Marinella a Montalto di Castro;
{{al Viminale}}, perchè non ci sta affatto bene che ci sia ora anche la Rauti ad “occuparsi di donne” e che si costruiscano le “larghe intese” sulla pelle delle donne!

Il 6 luglio facciamo una iniziativa contro il governo, anzi potremmo dire contro tutti governi e lo Stato e non siamo lì per migliorare governi e stato-

Infine, vogliamo andare anche alle ambasciate per portare nelle forme possibili solidarietà e protesta alle donne in lotta in Turchia e India contro stupri/assassini e repressione.