Sabato sera 16 settembre  un grande corteo femminista ha attraversato le strade di Firenze a seguito degli stupri a opera di due carabinieri.

La violenza sulle donne è ormai data per scontata. Questo, in realtà, significano i consigli su come non farsi stuprare, o ammazzare che abbiamo ricevuto in questi giorni e che  rimandiamo al mittente.

 “Attente al lupo”, gridano tutti,  solo che il lupo viene lasciato libero di muoversi a suo piacimento, perchè si veste da nonnina e anche se gli spuntano i peli sulle braccia e le orecchie sotto la cuffietta, nessuno vede o sente.

Fuor di metafora ancora e ancora denunce di  donne impaurite, di madri angosciate per le figlie, lasciate cadere; morti annunciate, violenze che si ripetono fino a quella fatale, luoghi abbandonati (anche le guardie mediche): dunque mai sole, di notte ma anche di giorno, mai tranquille.

 L’UDI partecipa e parteciperà a tutto ciò che si muove contro questa deriva, il cui sinistro contorno  è l’invito  a fare le Cornelie  madri dei Gracchi,  con i loro figli gioielli, due per donna.  Ma prima e durante e dopo fiaccolate, manifestazioni, incontri con le istituzioni, incontri fra noi  e altre per dire basta,  UDI intende riportare al centro il problema che abbiamo davanti. Non si tratta di numeri, di etnie, di stupri o femminicidi, o acido sulla faccia o botte, dove perchè e chi. 

 Continuiamo a pensare, e abbiamo avuto ragione nel dire, che la violenza maschile  è innanzi tutto un fatto di potere, costruito culturalmente nei secoli, nel rapporto uomo-donna, con tutte le sfumature etniche o religiose possibili o immaginabili.  Ci vuole  rigorosa certezza della pena, ci vuole contrasto alla violenza agita, ma ci vuole soprattutto prevenzione di quella futura. Ovviamente non indicandoci i percorsi sì e quelli no, ma prendendo  i futuri lupi dall’età scolare,  anzi da prima, a partire dalle famiglie spesso indifferenti o persino tolleranti, e  costringerli a misurarsi con il genere femminile  e rispettarlo, coprire di disapprovazione e ostracismo  sociale i violenti e tutti coloro che ne sono complici, ma anche tagliare ogni risorsa a chi usa nei media, nell’informazione, nella formazione  stereotipi sessisti e costruisce  l’inferiorità delle donne e l’uso del loro corpo senza autodeterminazione.

Le istituzioni tutte facciano la loro parte: troppo della Convenzione di Istanbul non è applicato! Le Convenzioni internazionali non basta firmarle ma vanno rese operative. Dunque nuovi  azioni e nuovi strumenti subito e applicare in fretta e in modo efficace le leggi esistenti e dare un nuovo impulso a tutte le forme di prevenzione, di formazione, anche nei centri di accoglienza, perchè no? (ci piacerebbe sapere che cosa si dice sulle donne a chi, da uomo,  arriva nel nostro paese, forse nulla, visto che al nostro paese delle donne, italiane e straniere, importa davvero poco) certezza certamente della pena, contrasto e sicurezza nelle strade, senza mai dimenticare che i violenti hanno anche la chiave di casa e che troppe donne sono più sicure per strada che a casa loro.

 Non c’è dunque altra arma che smascherare e indebolire fino a determinarne la scomparsa, la violenza maschile storica, sociale e culturale che tollera, copre, minimizza o peggio del peggio, giustifica dicendo che le donne se lo sono cercata e insegna alle donne come e dove devono essere, camminare e vestirsi per evitare la violenza dei maschi. Che sono provocati dalle donne  e li trascinano in  istinti più grandi di loro!

 Questo è indegno di un paese civile e cataloghiamo queste aberrazioni  come atti di complicità con  violenti e stupratori.

UDI è vicina alle donne e ragazze colpite da questa violenza, alle loro famiglie,  non smetterà mai di agire perchè  si renda giustizia alle vittime, perchè si creino gli strumenti non solo per fermare  i violenti prima che agiscano, ma per cambiare la nostra società prima di fabbricare mostri.  Roma 21 settembre 2017

 

 Vittoria Tola e Laura Piretti   responsabili nazionali  UDI-Unione Donne in Italia